Scuola

L'appello dei sindaci: «Obbligo di Green Pass per gli studenti»

Anche Del Bono è tra i 100 primi cittadini firmatari della lettera al governo. L'obiettivo è garantire la didattica in presenza, evitando la Dad
Scuola e Covid (simbolica) - © www.giornaledibrescia.it
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C’è anche il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, tra i circa cento sindaci firmatari della una lettera-appello inviata al premier Mario Draghi e ai ministri della Salute Roberto Speranza e della Pubblica istruzione Patrizio Bianchi, con cui si chiede l’estensione dell’obbligo di green pass anche agli allievi delle scuole dalla primaria alla secondaria di secondo grado.

La richiesta - motivata dal rapido aumento dei casi tra bambini e ragazzi soprattutto sotto i 9 anni, e dalla paura della nuova e più contagiosa variante Omicron - è stata però bocciata immediatamente dall’Associazione nazionale presidi, secondo cui va tutelato il diritto allo studio, e definita «irricevibile» dal sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso, della Lega.

«Considerando l’andamento dell’epidemia» e che il diritto all’istruzione «è un bene primario per il nostro Paese», i sindaci, su iniziativa di Matteo Ricci, primo cittadino di Pesaro e presidente di Ali, l’associazione di sindaci di centrosinistra e civici, si sono rivolti al governo chiedendo di «introdurre subito il green pass per salvare la scuola in presenza. C’è il rischio concreto, visto l’aumento dei contagi, che da gennaio tutte le scuole italiane vadano in dad. Non possiamo permetterlo», scrivono nell’appello sottoscritto tra gli altri dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri, Giuseppe Sala (Milano), Gaetano Manfredi (Napoli), Dario Nardella (Firenze), Matteo Lepore (Bologna), Stefano Lo Russo (Torino) e Leoluca Orlando (Palermo).

«Con il green pass nelle scuole - secondo i sindaci -, prevedendo come per le altre categorie vaccino o tampone, preserveremmo la scuola in presenza e con essa un diritto costituzionale, quello dello studio e dell’istruzione. Se non agiamo subito rischiamo di ritrovarci con le scuole chiuse a breve, con la didattica a distanza indistintamente per tutti i ragazzi». La richiesta dei sindaci si riferisce agli alunni dalle elementari alle superiori ma il provvedimento potrebbe essere difficilmente applicabile ai più piccoli, solo da pochi giorni interessati dalla campagna vaccinale. La vaccinazione per i bambini e ragazzi dai 5 agli 11 anni è partita infatti giovedì.

«Comprendiamo la preoccupazione di chi si trova a dover fronteggiare la quarta ondata - replica il presidente dell’associazione presidi, Antonello Giannelli -, d’altra parte la scuola necessita di una estrema e doverosa gradualità nell’introduzione di misure che potrebbero comportare una compressione del diritto all’istruzione, pur se determinate da ragione di salute collettiva». Allo stesso tempo l’auspicata svolta nell’attività di tracciamento, che ha spinto anche al passo indietro sulla circolare sulla dad, non c’è stata. «Attendiamo ancora di vedere gli esiti dell’intervento delle forze messe in campo dal generale Figliuolo - sottolinea Giannelli - ma al momento non sembrano esserci significative novità in questo senso. I problemi rimangono lo stesso».

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