Alzheimer, la malattia non è causata dalla infiammazione acuta

Risulta dallo studio coordinato dai proff. Padovani e Pilotto della Neurologia del Civile
Studiosi: i professori Alessandro Padovani (a sx) e Andrea Pilotto - © www.giornaledibrescia.it
Studiosi: i professori Alessandro Padovani (a sx) e Andrea Pilotto - © www.giornaledibrescia.it
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Un’infiammazione acuta del cervello induce molteplici conseguenze cerebrali, ma non altera il meccanismo di accumulo dell’amiloide, la sostanza proteica causa dell’Alzheimer. Lo dimostra, per la prima volta, uno studio diretto e coordinato dai professori Alessandro Padovani e Andrea Pilotto della Clinica neurologica universitaria all’Ospedale Civile, in collaborazione con le Università di Gothenborg, Milano e Padova.

Lo studio

Attraverso lo studio di innovativi marcatori di infiammazione e amiloide, la ricerca clinica intendeva valutare l’impatto di un’infiammazione acuta nell’indurre un accumulo di amiloide. Lo studio ha coinvolto pazienti sottoposti ad analisi del liquido cerebrospinale per l’iter diagnostico dell’encefalite al Dipartimento di Neurologia e Malattie Infettive dell’Asst Spedali Civili di Brescia e del Dipartimento di Neurologia dell’Asst di Cremona.

«Lo studio rappresenta un importante passo in avanti per comprendere i meccanismi indotti da un’infiammazione cerebrale e consente di rivalutare, con nuovi importanti dati sull’uomo, i meccanismi ipotizzati alla base della patologia di Alzheimer, per consentire la valutazione di nuovi obiettivi e modulatori terapeutici» affermano Padovani e Pilotto.

La malattia neurodegenerativa colpisce circa il 5% della popolazione al di sopra dei 65 anni e circa il 20% degli ultra-85enni. Il lavoro del team di ricerca dell’Unità di Neurologia del Dipartimento di Scienze cliniche e sperimentali dell’Università degli Studi di Brescia è stato pubblicato su «Alzheimer’s and Dementia: The Journal of the Alzheimer’s Association», la rivista internazionale più influente nel campo dello studio dei meccanismi alla base delle patologie neurodegenerative.

«Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un crescente coinvolgimento della proteina amiloide quale prodotto correlato all’infiammazione. Ovvero: le persone si ammalano di Alzheimer perché hanno un’infiammazione sistemica. Non è così e lo abbiamo dimostrato con il nostro studio - spiega Alessandro Padovani, direttore Cattedra Neurologia dell’Università degli Studi di Brescia -. Se, infatti, è vero che l’Alzheimer è legato all’accumulo di amiloide, dovremo trovare nelle persone che hanno un’infiammazione, come le persone coinvolte nello studio affette da encefalite, un’alterazione del livello di amiloide. Non è stato così e, quindi, si deduce che non è l’infiammazione a determinare l’accumulo di amiloide. L’infiammazione, è vero, induce maggiore vulnerabilità e minor resilienza neuronale, ma non altera il meccanismo di accumulo dell’amiloide e, quindi, non induce la malattia di Alzheimer».

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