GdB & Futura

Va più veloce delle nostre percezioni: è la quarta rivoluzione

Innovazione, arriva il Digital Twin: il gemello digitale di una macchina o di un impianto
Massimo Onori di Bonfiglioli Consulting - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
Massimo Onori di Bonfiglioli Consulting - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
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La situazione è certa: queste tecnologie ci divoreranno. La domanda è ancora la stessa: siamo pronti oppure no? L'imprenditore canadese Tom Emrich lo aveva gridato a Futureland, la maxi tech-conference organizzata a novembre 2018 da Talent Garden Milano. Ora Massimo Onori, senior project manager della Bonfiglioli Consulting, sembra fargli eco: «La grande differenza della quarta rivoluzione industriale rispetto alle precedenti è che ci permea in tutti gli aspetti della nostra vita senza che ce ne accorgiamo».

Viviamo un cambiamento digitale che viaggia più veloce delle nostre percezioni. La realtà virtuale ne è un caso emblematico. Ancora poco sfruttata rispetto alle altre tecnologie abilitanti dell'industria 4.0, si sta però già inserendo nel processo industriale, modificandolo e duplicandolo. È il cosiddetto Cyber Physical System: «Oggi esiste un livello virtuale sempre connesso a quello fisico - ha detto Onori all'incontro sulla Lean Digital Transformation -, che attraverso i dati e le simulazioni ci permette di modellare la realtà in pochissimo tempo».

In progettazione si parla di Virtual Commissioning, ovvero di riproduzione del comportamento fisico di un macchinario o di un impianto in maniera virtuale attraverso una simulazione software applicata al suo gemello digitale (o Digital Twin). Partendo da un disegno Cad, si possono testare tutte le funzioni meccaniche controllate da PLC, CNC, HMI su un prototipo virtuale 3D, eliminando così gli errori prima di costruire la macchina o in fase di collaudo.

«Tutti i parametri sono modificabili direttamente sul Cad e le parti meccaniche, elettriche e software vengono progettate insieme, abbattendo tempi e costi» ha spiegato Lorenzo Crotti, Virtual 3D RealTime Engine Coordinator di Hotminds, azienda bolognese di San Lazzaro di Savena.

Ma la realtà virtuale investe anche il marketing e le stesse modalità di produzione. I potenziali clienti possono infatti farsi un'idea precisa del prodotto che vogliono acquistare esplorandone l'interno e seguendo perfino il percorso dei fluidi dentro a un impianto grazie a un visore o a una rappresentazione 3D su mobile. Nella fabbrica digitalizzata gli Hololens diventano anche insegnanti: con un sistema di e-learning, gli operatori possono imparare a installare una macchina nuova seguendo le indicazioni di una animazione virtuale.

Per Hotminds, il virtual training accelera in modo significativo i tempi di apprendimento, garantisce più sicurezza e autonomia nell'utilizzo e aumenta l'efficienza produttiva. Bella ma impossibile? L'Italia però è ancora lontana dall'impiego massivo della VR. Un motivo è il costo elevato delle soluzioni innovative, che spesso finiscono per essere accessibili solo a chi se le può permettere. Il tema è complesso, ma il rischio è quello di trasformare la rivoluzione in un nuovo elitarismo, creando quella che rischia di essere una esclusione dalla tecnologia sulla base del reddito.

Un discrimine cui, per dirla con Emrich, non siamo pronti. E che, a dirla tutta, non possiamo permetterci. Ma questo è il tema: siamo di fronte ad un passaggio epocale mondiale in tema di tecnologie. Chi c’è ci sarà e amen per gli altri. Da qui bisogna immaginare un rafforzamento del sostegno alle aziende e non una sottrazione di risorse.

 

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