Pubblico e privato sono una squadra: «sistema Brescia» eccellenza in Italia

Certo, c’è il problema della carenza di personale. Ma il «sistema Brescia» regge, anzi brilla, proprio perché è un vero sistema. Fa squadra per reperire figure disposte a lavorare in zone periferiche. Fa squadra per ottenere e condividere strumenti tecnologici di prim’ordine (come il robot chirurgico in dotazione di Asst Franciacorta e Asst Garda). Fa squadra per dare risposte (su tutto il territorio di Ats) ai cittadini che necessitano di una visita o di un esame in tempi brevi. Fa squadra per superare il modello «ospedalocentrico» offrendo servizi il più possibile vicino a casa a una popolazione che sta diventando sempre più anziana e che soffre sempre più di malattie croniche. È una fotografia positiva della Sanità bresciana quella scattata dalla nostra ricerca (spin off dell’analisi «Qualità della Vita») in edicola ieri insieme al GdB e ancora presente, con numeri, mappe e interviste, sul sito del nostro giornale.
La rete
L’occasione per parlarne - con gli attori del settore (direttori di Ats e Asst, presidenti degli Ordini, sindacalisti...) - si è presentata oggi, in diretta streaming, dalla nostra Sala Libretti. Più voci hanno riferito la forza del «sistema Brescia» fatto di pubblico e privato che sanno collaborare. Così come più voci hanno espresso preoccupazione circa la difficoltà a reperire (e trattenere) personale. Claudio Sileo, direttore di Ats Brescia, ha così fatto un appello alle istituzioni nazionali affinché diano risposte concrete in tal senso. Appello espresso anche da Simona Tironi, assessora regionale all’Istruzione e alla Formazione: «In Lombardia le risorse per ammodernare le strutture e potenziare la tecnologia ci sono. A fare la differenza, però, sono sempre le persone. E adesso mancano. C’è bisogno - ha sottolineato - di norme che siano in linea con i bisogni dei cittadini. C’è bisogno di garantire maggior qualità della vita ai nostri professionisti». Vanno, insomma, rese più attrattive professioni strategiche come quella dell’infermiere e del medico di famiglia. Quest’ultima gravata dalla burocrazia e dalle falle di un sistema informatico che anziché dimostrarsi un’opportunità (per mandare in pensione le vecchie ricette rosse e guardare al futuro in rete) si sta rivelando un ostacolo.
L’incontro - moderato dalla direttrice del GdB Nunzia Vallini - si è aperto con la relazione del nostro ricercatore Elio Montanari. Tantissimi i temi emersi: dalla carenza di posti nei servizi per anziani (che stride con la consapevolezza che la popolazione sta invecchiando) alla crescita (in termini numerici, ma soprattutto di servizi) delle farmacie; dai salti mortali che fanno i medici di famiglia per coprire il territorio all’importanza dei posti letto ospedalieri messi a disposizione dal privato accreditato.
Luigi Cajazzo, direttore dell’Asst Spedali Civili, nel sottolineare il valore del «sistema Brescia», ha colto l’occasione per ribadire quanto sia prezioso nel nostro territorio il volontariato: tante persone di buon cuore sostengono la Sanità.
In evoluzione
Durante l’incontro è emersa, ancora una volta, la quantità di sfide che Brescia ha colto: la nostra provincia è terra di sperimentazione per la Riforma sulla Disabilità; da qui è partito il Cup unico regionale che si pone l’obiettivo di riorganizzare e mettere in comunicazione le agende degli ospedali pubblici e privati; in un futuro non troppo lontano il Civile sarà interessato da una riorganizzazione da oltre 500 milioni di euro e Chiari potrebbe veder sorgere un nuovo ospedale. E ancora: qua e là stanno spuntano Case di comunità con un ruolo importante nella presa in carico dei fragili.
La ricerca pubblicata ieri fotografa questa situazione. Ne ha applaudito l’approccio il presidente dell’Editoriale Bresciana Pierpaolo Camadini: «Quella sanitaria è una materia complessa: solo partendo dall’oggettività dei numeri se ne possono capire le dinamiche». Camadini ha elogiato i servizi che la Sanità, anche in tempi difficili, è riuscita a dare al territorio. E ha evidenziato come la capacità bresciana di coniugare pubblico e privato abbia consentito di ampliare l’offerta per la comunità. La parola è stata data anche a Maurizio Veggio, responsabile della direzione regionale Lombardia Est e Triveneto di Bper Banca, e Carmela Iervolino, presidente di Defarma, due realtà che hanno creduto fin da subito nel nostro progetto. L’appuntamento ora è a ottobre, con la presentazione della versione classica della nostra indagine sulla «Qualità della Vita».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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