«In italia salari e stipendi reali sono rimasti invariati dal 2000»

Il professor Paolo Panteghini (Università di Brescia): «Serve più Europa e meno potere ai governi nazionali per far ripartire crescita e salari»
La disuguaglianza economica si misura anche nelle piccole cose © www.giornaledibrescia.it
La disuguaglianza economica si misura anche nelle piccole cose © www.giornaledibrescia.it
AA

Il dodicesimo rapporto sulla Qualità della vita, la ricerca promossa dal Giornale di Brescia in collaborazione con Bper Banca, si avvale quest’anno della collaborazione dei due atenei cittadini, ovvero l’Università degli studi di Brescia e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Oltre agli interventi del rettore Castelli e del prorettore Taccolini, altri professori hanno commentato, ciascuno per il proprio ambito di studi, uno dei temi principali oggetto della ricerca.

Questo l’intervento del professor Paolo Panteghini, ordinario al Dipartimento di Economia e Management dell’Università degli Studi di Brescia, nonché research fellow del CES-Ifo all’Università di Monaco e membro dello scientific advisory board di MaTax (Università di Mannheim).

Prima la pandemia da coronavirus, poi le guerre e i rincari energetici, infine l’inflazione. Dopo cinque anni neri, la società italiana pare appesantita e stanca da costi gonfiati, redditi immobili e potere d'acquisto eroso. A cosa stiamo assistendo oggi tra lavoratori e contribuenti italiani?

La stanchezza è ben evidente ma risale all'inizio di questo millennio: la produttività del lavoro è cresciuta, dal 2000 a oggi, dell'1%. Quella di altri Paesi – penso ad esempio a Francia, Germania, Paesi Bassi e Spagna – è cresciuta del 25/30%: poiché vi è una stretta correlazione tra produttività e remunerazione del lavoro, in Italia salari e stipendi reali sono rimasti pressoché invariati. Altrove sono cresciuti in modo sostanziale: i nostri partner europei non hanno fatto miracoli. Hanno solo rimosso molti ostacoli alla crescita.

Se pensiamo ai contribuenti, il sistema è fortemente iniquo: chi percepisce lo stesso reddito dovrebbe avere lo stesso carico d'imposta. Invece, tra imposte sostitutive, flat tax ed evasione fiscale – 82 miliardi –, non è così.

Nel mare magnum di tasse e imposte, anche alla luce della manovra nella prossima Legge di bilancio, quale futuro ci aspetta?

La manovra mostra la totale assenza di prospettive. Eppure basterebbe prendere esempio dai nostri partner europei. Aggiungo però che le opposizioni dovrebbero essere propositive. In realtà, mancano controproposte.

Se volessimo fissare nell’era contemporanea il più recente momento storico, quale fase ci troveremmo ad analizzare oggi da un punto di vista economico?

Per quanto riguarda l'Italia siamo al crepuscolo; la speranza è che ciò coincida con l'alba di un'Europa più coesa, anche se non sarà facile, perché i governi nazionali non vogliono perdere potere. Eppure siamo riusciti a realizzare una politica monetaria, perfettibile ma necessaria. Ora bisogna dare più peso alla Commissione europea, togliendolo ai governi nazionali: questo passaggio è vitale. Soprattutto per noi italiani.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@Economia & Lavoro

Storie e notizie di aziende, startup, imprese, ma anche di lavoro e opportunità di impiego a Brescia e dintorni.

Suggeriti per te

Caricamento...
Caricamento...
Caricamento...