Che cos’è la Convenzione di Ottawa da cui l’Ucraina vuole uscire

L’Ucraina ha annunciato la sua uscita dal trattato sulla messa al bando delle mine antipersona, anche detto Convenzione di Ottawa, che vieta l'uso, la detenzione, la produzione e il trasferimento di tali ordigni e impone la distruzione degli stock esistenti nonché l'assistenza alle vittime del loro uso.
Kiev rottama Ottawa sulla scia di altri Paesi che hanno preso simili decisioni come la Polonia e i Paesi baltici, tra cui Lituania, Estonia e Finlandia.
Finland, Estonia, Latvia, Lithuania, and Poland are planning to mine areas along the border with Russia, creating a new 'Iron Curtain,' - the Telegraph.
— Anton Gerashchenko (@Gerashchenko_en) June 24, 2025
All of them have already announced plans to withdraw from the Ottawa Convention, which bans the use of anti-personnel… pic.twitter.com/SpTogoaBO1
A cosa serve
La Farnesina ricorda che la convenzione conclusa nel 1997 ed entrata in vigore nel 1999, è stata ratificata inizialmente da 164 Stati, inclusa l'Italia. Tra i membri della Convenzione, però, non figurano sei Paesi significativi: Cina, Federazione Russa, India, Pakistan, Repubblica di Corea e Stati Uniti. L'universalizzazione della partecipazione al Trattato resta, quindi, uno degli obiettivi principali nel quadro della sua attuazione efficace.
Attualmente, gravi preoccupazioni sono suscitate dal diffuso ricorso a questi tipi di armi da parte di attori non statuali, che sono anche in grado di produrle in proprio o di ricorrere a ordigni di circostanza noti come ordigni esplosivi improvvisati (Improvised Explosive Devices - Ieds). Altre aree di lavoro attuali riguardano la distruzione degli stock, la bonifica delle aree minate (e relative richieste di proroga ai termini finali per il raggiungimento di tali obiettivi), le misure di trasparenza e, soprattutto, l'assistenza alle vittime.
Stock e aree da bonificare
Distruzione degli stock: la Convenzione impegna gli Stati parte alla distruzione di tutte le mine antipersona in loro possesso o sotto il loro controllo, «al più presto» ma in ogni caso non oltre i quattro anni dall'entrata in vigore del Trattato per lo Stato interessato. L'unica eccezione alle disposizioni sulla distruzione riguarda mine che possono essere tenute ai fini di addestramento relativo a tecniche di rilevamento, bonifica o eliminazione e in numeri comunque minimi necessari a tali fini.
A oggi, 157 Stati membri hanno eliminato l'interezza dei loro depositi, che cumulativamente contano oltre 47 milioni di ordigni. Il Trattato impone ai suoi membri l’identificazione delle aree contaminate, la loro segnalazione e delimitazione che garantisca la protezione dei civili finché il processo di bonifica non sia terminato. La bonifica totale deve intervenire entro 10 anni dall'entrata in vigore della Convenzione per lo Stato interessato, salvo richiesta di proroga che, comunque, non può superare un ulteriore periodo di 10 anni.
Le disposizioni sull'assistenza alle vittime sono di centrale importanza nella Convenzione di Ottawa e, al tempo della sua negoziazione, rappresentarono una novità nel panorama degli strumenti di disarmo e controllo degli armamenti.
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