Broletto, s’infrange il lodo listone unico. I partiti fermano la sfida delle civiche

Avevano già iniziato a sondare il terreno: «Se decidiamo di muoverci al di fuori dagli accordi istituzionalizzati, voi ci state?» chiedevano ai sindaci e ai consiglieri. E allora era diventato un po’ il segreto di Pulcinella: domanda riservata dopo domanda riservata, la voce è arrivata all’orecchio delle segreterie di partito. Che alla fine un po’ di spavento da competizione hanno iniziato a sentirlo. La posta in gioco è l’assetto del Broletto che verrà, un’Aula che si ridisegnerà (sempre attraverso la formula dell’elezione indiretta) il 29 settembre, archiviando così l’ipotesi di un rinvio del voto per ricongiungere l’elezione dei consiglieri a quella del presidente (invece incardinata a gennaio 2027).
Il colpo di mano per mettere a segno un possibile scacco in barba al «listone unitario» (tradotto: accordo bipartisan, ricalcando gli equilibri attuali) arriva(va) dalle civiche. Che sono sì formazioni piccole, ma che - unite - quando si parla di panorama politico a livello provinciale, potenzialmente la forza di lasciare qualche livido ai partiti (tutti) ce l’hanno. E non a caso i giochi, che all’indomani delle Europee di giugno parevano quasi scontati, si sono fermati. Il lodo listone unico (inteso come certezza) è caduto, almeno per il momento. E ogni coalizione inizia a muoversi da «separata in casa».
Equilibri
Mercoledì è in agenda la riunione del centrodestra, giovedì il tavolo del centrosinistra, ma la prossima settimana anche Azione dovrebbe sciogliere la riserva sul da farsi, mentre la Sinistra era stata schietta fin dal principio: in caso di listone unitario correrà da sola, se invece il fronte del centrosinistra viaggerà da solo sarà parte della squadra.
Insomma, nel mezzo dell’estate, iniziano le settimane cruciali, quelle in cui si disegna la mappa delle strategie, variabili incluse. È evidente che la prima preoccupazione di centrodestra e centrosinistra sia tenere unita la propria coalizione. Ma è altrettanto evidente che, senza un patto politico, il rischio di paralizzare l’ente ci sia. Guardando agli assetti generali, una corsa tradizionale potrebbe finire in parità di rappresentanza (otto a otto), o nove a sette per il centrodestra, aprendo il tema della governabilità.
Interrogativi
E la patata bollente la dovrà gestire Emanuele Moraschini, incoronato presidente «bipartisan». Che ruolo svolgerà, a quel punto, il numero uno del Broletto: resterà il presidente garante di tutte le parti politiche fino al rinnovo della carica nel 2027, o sarà il presidente del centrodestra? E in quel caso, come farà ad amministrare un ente senza maggioranza o con una maggioranza risicata? Tutte domande che, per la verità, aleggiano ormai da giorni nei corridoi di buona parte degli schieramenti. Che restano in attesa di capire quale sarà la mossa del presidente: lancerà un appello ai partiti? E, in quel caso, le coalizioni che hanno oggi socchiuso la porta del listone unitario, saranno disponibili a fare mezzo passo indietro?
Tutte risposte, quelle attese, che dovranno necessariamente arrivare a strettissimo giro.
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