Stelle cadenti, per vederne di più occhi al cielo non solo a S. Lorenzo

Il fotografo Massimo Sestini, protagonista di una delle recenti mostre del Museo di Santa Giulia, è celebre per le sue foto zenitali. Quasi sospeso nel vuoto, aggrappato ai più diversi mezzi volanti, cattura i suoi scatti dall’alto, proprio sopra il soggetto che ha inquadrato con i suoi obiettivi fotografici.
Quando si pensa all’osservazione dei corpi celesti è normale volgere lo sguardo all’insù. Di solito si guarda proprio lo zenit, il punto sopra la nostra testa, soprattutto quando il paesaggio circostante e le luci riducono la visuale. Puntare gli occhi verso lo zenit, magari di sfuggita, è il gesto naturale che accompagna la visione di uno dei fenomeni più popolari del cielo stellato, quello delle stelle cadenti. Ma non basta, è opportuno prepararsi all’osservazione del fenomeno.
Suggerimenti
«Non solo zenit» potrebbe essere il motto per chi si accinge ad ammirare le notti delle stelle cadenti. Il 10 agosto è la data che tutti rammentano, ma non è quella più promettente. Il calendario ci ricorda che coincide con la data del martirio di San Lorenzo, invece gli almanacchi astronomici ci informano con precisione in merito agli eventi del cielo, indicando i giorni e gli orari in cui si verificano. Secondo le credenze popolari la notte della più celebre «pioggia» di stelle cadenti è quella in cui cadono dal cielo le «lacrime di San Lorenzo» martirizzato sulla graticola. Come accade per ogni santo è una data fissa.

Invece il giorno in cui le stelle cadenti di agosto raggiungono il massimo di intensità – ovvero diventano più copiose – è quella della notte tra il 12 e il 13 agosto, soprattutto nelle ultime ore della notte. Non è un caso se, ad esempio, l’Osservatorio Serafino Zani non apre i battenti la sera del 10 agosto. Lo farà la sera precedente, visto che si tratta del giorno di sabato, che coincide con l’apertura della specola lumezzanese.
Occhio nudo
Il telescopio installato sul colle San Bernardo, sede dell’Osservatorio, non sarà puntato verso il cielo neppure nella notte in cui è atteso il picco delle stelle cadenti. Il motivo è semplice: le meteore si osservano ad occhio nudo. Al telescopio si vedrebbe un lampo di luce che passa rapidissimo, ma sarebbe una rara osservazione visto il campo visuale ridotto dello strumento. Invece ad occhio nudo la nostra vista è molto più ampia, pertanto aumentano le probabilità che la nostra visuale sia attraversata dalle scie luminose delle meteore. Ma tutto questo non accade in ogni istante.
Ci vorrebbe una rara «pioggia» di stelle cadenti per restare a bocca aperta davanti al cielo che fa spettacolo. Accade quando le apparizioni sono così frequenti che, nello stesso istante, compare più di una meteora. Invece, di solito, ci vuole tempo e soprattutto pazienza quando arrivano gli sciami meteorici. Meglio prendersela comoda, nel vero senso della parola.
L’orario e il luogo
Le meteore arrivano da ogni parte e la seconda parte della notte solitamente è più generosa. Infatti andando verso il mattino sarà sempre più in vista, a oriente, la costellazione del Perseo dalla quale sembrano provenire. Ecco perché prendono il nome di sciame delle Perseidi. L’ultimo consiglio è quasi scontato. Non basta un qualunque prato per sdraiarsi. Quelli urbani non sono i più adatti, la visione del cielo è disturbata dalle luci e ridotta dalla presenza degli edifici. Solo i bolidi, le meteore più luminose ma più rare, vinceranno la sfida con l’inquinamento luminoso delle aree popolate.

I prati lontani dalle luci, meglio ancora quelli delle zone montuose, offrono le condizioni migliori, con cieli più limpidi e bui. Purtroppo quest’anno l’osservazione delle meteore è disturbata dalla presenza della Luna. Invece è assai gradita la coppia di pianeti che appare nelle ultime ore della notte. Prima dell’alba del 12 agosto due pianeti molto luminosi, Venere e Giove, saranno apparentemente molto vicini. Quella che si osserverà è una stretta congiunzione, mentre nei giorni seguenti tornerà a crescere la separazione tra i due corpi celesti.
Equipaggiamento
L’osservazione prolungata delle meteore ci stimola a riconoscere il cielo. Ma è assolutamente sconsigliato guardare le mappe celesti sullo schermo del cellulare. Meglio utilizzare la fotocopia di una cartina con le stelle di agosto, come quelle che troviamo in rete o sui manuali di astronomia. L’importante è illuminare la mappa con una torcia elettrica di colore rosso oppure coprire la lampadina con una velina rossa.
Le luci di questo colore interferiscono di meno con il naturale adattamento al buio che dilata le nostre pupille facendoci vedere meglio quando siamo in condizioni di scarsa luminosità. Per completare l’equipaggiamento meglio non dimenticare la felpa, soprattutto in quota e, se lo abbiamo già, prendere un binocolo. Lo strumento non servirà per guardare le meteore ma per curiosare tra gli astri. Sperando che la nuvola di Fantozzi non ci metta lo zampino, altrimenti bisognerà rimandare l’osservazione. I desideri possono aspettare.
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