Omicidio Kirk e post verità, il trionfo del complottismo

Non poteva essere diversamente, tutto sommato. Ma il fatto che pure l’omicidio del leader e attivista di destra Charlie Kirk sia stato avvolto, pressoché istantaneamente, dalla ragnatela e nuvola complottista costituisce un inequivocabile segno dei tempi. Dal coinvolgimento del Mossad israeliano a quello dei servizi ucraini, da finte fotografie della dinamica dell’attentato alla tesi che si tratterebbe di una finzione, e Kirk sia tuttora in vita. Una ridda di fake news e un’ondata – l’ennesima, per l’appunto – di disinformazione, agitata da maree di chatbot e finti siti della rete, e circolante come una valanga sui social network.
La cultura complottista
La vita pubblica e il paesaggio comunicativo contemporanei sono contrassegnati da un rilevante complottismo di destra, ma anche, sempre maggiormente, da uno di sinistra, ulteriore segnale – in questo caso di omologazione in seno a un immaginario sociale in gran parte deviato – di quanto la cultura politica postmoderna si riveli intrisa di dottrine cospirazioniste. Si può osservare – con argomenti molto fondati – che il cospirazionismo «vanta» una lunga storia, piena di tappe che si snodano nel corso del tempo. Ma, in maniera altrettanto motivata, va notato come la «condizione postmoderna», nella quale continuiamo a essere immersi (o, per meglio dire, sprofondati), offra il brodo di coltura ideale per la diffusione di concezioni cospirative. Per due ragioni di fondo, una concettuale e l’altra, diciamo così, distributiva (ovvero comunicativa). La prima è il superamento della verità obiettiva predicato dal postmodernismo, e l’ingresso all’interno di un’atmosfera relativista che colloca di fatto tutte le tesi sullo stesso piano di equivalenza ed equipollenza. E che, quanto più i processi e i fenomeni appaiono complessi (e, dunque, di difficile comprensione), facilita l’affermazione di spiegazioni improprie e ritagliate sulla misura dei propri stereotipi e pregiudizi (i bias politico-culturali e cognitivi).
La seconda ragione rimanda all’autocomunicazione di massa consentita dal web 2.0 e 3.0, e dalle piattaforme digitali di disintermediazione, attraverso cui ogni tipologia di contenuto non veritiero può diffondersi in modo massiccio e venire amplificato dall’adesione ideologica o simpatetico-affettiva degli utenti. Precisamente quanto vediamo all’opera mediante i social, che delle teorie cospirative sono diventati l’irresistibile grancassa di propagazione urbi et orbi. E proprio un «omicidio americano» molto eccellente, rimasto praticamente senza risposte, viene infatti considerato dagli studiosi come la «scena originaria» del complottismo postmoderno, quello che ha visto la morte violenta del presidente John Fitzgerald Kennedy, nel novembre del 1963, a Dallas. L’evento che, come hanno scritto vari commentatori all’epoca (e in seguito), determinò la fine dell’ottimismo senza limiti e la perdita dell’«innocenza» e della fiducia in sé stessa di quella che veniva definita la «nazione guida del mondo libero».
Donald Trump
La destra trumpista – a cui apparteneva Kirk, grande amico del presidente – è da tempo una cassa di risonanza impressionante di complottismi di vario genere e sta cercando di accreditare a ogni costo la tesi (cospirativa) di una responsabilità diretta della «sinistra» nell’inusitato assassinio del giovane leader. Così Trump, anziché chiamare all’unità del Paese di fronte a questo gesto scellerato di un altro giovane («dipendente dai videogiochi», come è stato detto in questi giorni), prosegue imperterrito sulla strada del consolidamento di un regime di post verità. Quello abbracciato da tanti suoi seguaci che, alla ricerca di una spiegazione (pseudo)razionale di qualcosa che, ai loro occhi, non risulta comprensibile, sposano giustappunto la categoria del complotto nemico. Con l’esito del dilagare di un clima di odio, abbracciato anche dall’altra parte politica, sino alla fine di qualsivoglia spazio e opportunità di politica bipartisan. E contribuendo, pertanto, a inquinare un paesaggio pubblico nel quale sempre più persone, di orientamenti differenti, intravedono l’esistenza di complotti dietro ogni angolo della strada...
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