Omicidio Kirk, chi era l’attivista conservatore alleato di Trump

Le sue posizioni politiche toccavano diversi temi, tra cui quello delle armi da fuoco e del cambiamento climatico: era il volto giovane dei Maga
Charlie Kirk - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Charlie Kirk - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Shock negli Stati Uniti per l’assassinio di Charlie Kirk, 31 anni, fondatore del movimento giovanile conservatore Turning Point USA e considerato uno dei più stretti alleati del presidente Donald Trump. Kirk è stato colpito a morte mercoledì sera mentre parlava a un evento nel campus della Utah Valley University, a Orem. Secondo la portavoce dell’ateneo, Ellen Treanor, l’aggressore avrebbe sparato da un edificio distante oltre 100 metri, il Losee Center, circa venti minuti dopo l’inizio del discorso di Kirk. Oltre mille persone erano presenti all’evento al momento degli spari. Testimoni hanno raccontato scene di panico e confusione, con centinaia di studenti e partecipanti in fuga. Video amatoriali diffusi online mostrano il momento in cui Kirk viene colpito e il caos immediatamente successivo.

Il campus è stato immediatamente chiuso e le lezioni sospese. In un primo momento era circolata la notizia di due arresti in due momenti diversi, ma le autorità hanno poi chiarito che le persone fermate non erano il responsabile.

Al momento la caccia all’uomo resta aperta e l’indagine è in corso. Il presidente Trump ha espresso cordoglio con un messaggio sui social: «Il grande, anzi leggendario, Charlie Kirk, è morto. Era amato e ammirato da tutti, soprattutto da me, e ora non è più con noi». La Casa Bianca ha ordinato che le bandiere americane siano issate a mezz’asta fino a domenica sera.

Bandiere a mezz'asta alla Casa Bianca - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Bandiere a mezz'asta alla Casa Bianca - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it

Chi era Kirk

Kirk era da oltre un decennio un volto noto della destra conservatrice americana. Co-fondatore di Turning Point USA nel 2012, aveva trasformato l’organizzazione in una piattaforma capace di mobilitare centinaia di migliaia di studenti e simpatizzanti, con frequenti eventi nei campus universitari. Negli ultimi anni aveva consolidato un rapporto diretto con Trump, al punto da partecipare ai processi informali di selezione dei futuri nominati dell’amministrazione.

Kirk è stato anche un influente podcaster e autore di libri tra cui «The Maga doctrine» che gli ha fruttato grande successo. Era una figura di riferimento per il movimento giovanile conservatore, con milioni di follower sui social media e un ruolo strategico nelle campagne elettorali repubblicane.

Le sue posizioni

Le sue posizioni politiche, come spiega il New York Times, toccavano soprattutto quattro temi. Sul fronte delle armi difendeva il Secondo Emendamento come garanzia contro un governo tirannico e riteneva inevitabili alcune morti per arma da fuoco, giustificate però dalla tutela dei diritti. Sosteneva inoltre la necessità di armare più cittadini, comprese le scuole.

Per quanto riguarda l’identità di genere criticava i diritti gay e transgender e promuoveva una visione cristiana conservatrice, invitando studenti e genitori a denunciare i docenti ritenuti sostenitori dell«ideologia di genere». Nel 2021 aveva fondato TPUSA Faith, con l’obiettivo di contrastare il cosiddetto «wokismo» nelle chiese.

Sul tema dell’immigrazione appoggiava le posizioni di Donald Trump e sosteneva la «Teoria della Grande Sostituzione», secondo cui gli immigrati avrebbero soppiantato i bianchi americani; nelle sue dichiarazioni accusava anche le comunità ebraiche di favorire l’indebolimento del potere bianco. Infine, rispetto al cambiamento climatico, negava l’esistenza di un consenso scientifico e respingeva l’idea che rappresentasse una minaccia reale, definendolo «nonsense» e dando spazio, nel suo podcast, a ospiti che minimizzavano il problema.

Reazioni bipartisan

La notizia della sua uccisione ha suscitato una valanga di reazioni bipartisan in tutto il mondo. Numerosi parlamentari repubblicani hanno denunciato l’attacco come un «atto vile contro la libertà di parola». Dal fronte democratico, il governatore della California Gavin Newsom ha scritto che la violenza è «disgustosa, spregevole e riprovevole», mentre la leader democratica alla Camera, Hakeem Jeffries, ha parlato di «un colpo alla democrazia che non può e non deve essere tollerato».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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