Opinioni

I partiti cercano consensi al traino dei movimenti

Stiamo assistendo ad un processo in corso sulla scena politica: la tendenza all’esautoramento dei partiti da parte di associazioni, sindacati, lobbies
Al seggio - Ansa © www.giornaledibrescia.it
Al seggio - Ansa © www.giornaledibrescia.it
AA

Mancano ormai solo tre appuntamenti elettorali e poi il ciclo dei rinnovi di sette Consigli regionali si chiude. Salvo improbabili sorprese, l’assegnazione dei governatori si può comunque considerare chiusa. Campania e Puglia dovrebbero andare infatti al centrosinistra e il Veneto al centrodestra. Fa storia a sé la Valle d’Aosta. La partita elettorale terminerà quindi con un pareggio: tre a tre.

Colore politico dei presidenti di regione a parte, si possono sin d’ora cogliere alcuni processi in corso sulla scena politica, confermati in pieno dalla mobilitazione, già in atto, per il referendum in programma per la primavera sulla riforma giudiziaria.

Si sta consolidando la tendenza all’esautoramento dei partiti da parte di associazioni, sindacati, lobbies, in controtendenza alla normale fisiologia della democrazia che assegna, appunto, ai partiti la funzione di intermediari tra Stato e società. Sono invece quest’ultimi a inseguire i movimenti intestandosene le battaglie. Lo si è visto con la vicenda della Global Sumud Flotilla e poi con le piazze autoconvocate ProPal. I partiti d’opposizione si sono accodati, quelli di governo si sono fatti condizionare. Si sta ripetendo con le convocazioni della Cgil, anche su battaglie spiccatamente politiche, come pace, guerra, riarmo europeo, persino legge finanziaria.

Un effetto di questo processo di esautoramento dei partiti è la loro tendenza ormai pronunciata a ricercare interlocutori e sostegni elettorali, un po’ alla rinfusa, senza troppo guardare alla coerenza con le loro storie, la loro identità e persino con i loro programmi. Tutto fa brodo se porta voti. Lo si è visto chiaramente nella formazione delle recenti liste elettorali, particolarmente in Campania. Non ha disturbato il fatto, che il candidato governatore Fico sia stato nemico giurato del governatore uscente De Luca. Non ha disturbato il fatto che, dopo aver promesso di fare un repulisti in provincia degli onnipotenti cacicchi, si sia lasciato poi proprio a loro (i vari De Luca e Mastella) presentare liste personali.

Non di meno, ne fanno le spese i programmi. Impegni già presi vengono cancellati pur di secondare le preferenze di possibili partner. Caso emblematico: il termoutilizzatore va e viene dalla lista degli impegni da realizzare, a seconda delle convenienze.

Un’altra conseguenza dell’asfissia di cui soffrono i partiti è la tentazione di recuperare ossigeno alzando la voce. Si estremizzano alla ricerca di spazi che paiono promettenti. La Lega spera di ripetere le performances del Rassemblement National francese o della AfD tedesca. Il M5s punta a mettere a profitto il bacino del vario pacifismo.

L’esautoramento della politica non è figlio solo dell’impoverimento di idee da parte dei partiti. Trova un rinforzo nel parallelo frazionamento della società. Associazioni di interesse, corporazioni, sindacati vari si muovono in autonomia dando vita a proteste sui più diversi temi. La disarticolazione è talmente pronunciata che investe anche i sindacati. Incontrano una grande difficoltà a usare un linguaggio comune per rappresentare un mondo del lavoro frammentato come non mai. L’unità, che è sempre stata l’imperativo categorico delle tre confederazioni maggiori, è saltata. Cisl e Cgil camminano su due strade parallele e la stessa Uil, che sembrava muoversi a rimorchio della più potente organizzazione di Landini, ultimamente s’è guadagnata una sua autonomia. Non s’era mai visto un ex segretario della Cisl (Luigi Sbarra) sedere al governo con una maggioranza di destra e il segretario della Cgil sulle barricate contro lo stesso governo.

Parimenti, il lavoratore dipendente soprattutto qualificato trova sempre meno interesse a farsi rappresentare dal sindacato. L’imprenditore, interessato com’è a tenersi stretto il lavoratore qualificato, cerca di fidelizzarlo con benefit e forme di welfare. Difficile per l’elettore orientarsi in un quadro politico che si presenta semplificato (destra vs sinistra), ma in realtà è a sua volta frammentato. C’è poco da stupirsi, quindi, se l’elettore si sente spaesato - o apertamente disamorato - e si rifugia nell’astensione.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Argomenti
Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.

Suggeriti per te

Caricamento...
Caricamento...
Caricamento...