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Verso il nuovo Dpcm, Conte: «Scuole aperte prima di Natale»

Così il premier anticipa l'obiettivo di governo, confortato in questo dalle valutazioni del Cts
Uno studente alle prese con la didattica a distanza - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Uno studente alle prese con la didattica a distanza - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Le raccomandazioni del Comitato Tecnico Scientifico e della stessa ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, sembrano aver trovato terreno fertile con Palazzo Chigi che si prepara a riaprire le scuole già prima di Natale. A spiegarlo è stato lo stesso presidente del consiglio, Giuseppe Conte. «Cercheremo di aprire le scuole prima di Natale, stiamo lavorando per questo», ha detto a Otto e mezzo, su La7. A fargli eco è proprio Lucia Azzolina che a Sette Storie, su Rai Uno, aveva anticipato che «se i contagi andranno giù, e ci sarà la possibilità di allentare alcune restrizioni, mi auguro che anche le scuole superiori vedano un ritorno graduale degli studenti in classe».

A dieci giorni dalla scadenza del Dpcm e in vista di un nuovo provvedimento anti-covid di palazzo Chigi, dunque, sembrano farsi più chiare le intenzioni del governo sul tema scuole, anche se in alcune regioni restano timori e perplessità. Da mercoledì, comunque, torneranno aperte le porte di asili e prime elementari in Campania, così come in Calabria dove il Tar ha sospeso l'ordinanza regionale con cui il presidente facente funzione della Regione, Nino Spirlì, aveva disposto, dal 16 al 28 novembre, la sospensione della didattica anche delle scuole materne, elementari e prime medie. Ma restano comunque in vigore le ordinanze dei sindaci e, dunque, in molti comuni (come per esempio Catanzaro o Pomigliano d'Arco) la didattica resterà ancora sospesa, in attesa di ulteriori miglioramenti nella curva dei contagi. Decisioni simili sono state prese da tanti altri primi cittadini italiani, dal Nord al Sud, a conferma che la situazione sia tutt'altro che stabile e priva di preoccupazioni. 

«Le scuole devono, non possono, ma devono, restare aperte», sono state questa mattina le parole del responsabile del Cts Agostino Miozzo, il quale ha sottolineato che se «avremo momenti analoghi all'estate l'evoluzione dell'epidemia porterà a dati simili o addirittura peggiori di quelli attuali. Significa che le scuole rischiano di restare chiuse altre settimane». «Avremo una generazione di liceali che andrà all'esame di Stato avendo perso il contatto fisico con l'universo scolastico per quasi un anno - ha concluso -. Un danno incommensurabile».

«Siamo consapevoli del fatto che servono ancora molti sforzi, ma siamo pronti a farli - ha detto la ministra Azzolina -. Perché la scuola è lo spazio dedicato ai nostri ragazzi dove imparare, socializzare, crescere, interagire. È il luogo dove trascorrono gran parte del loro tempo e per questo deve essere un ambiente protetto, accogliente e sicuro». A far discutere, oggi, sono anche le parole della ministra per le Pari opportunità, Elena Bonetti, secondo la quale è stato «un errore mettere la didattica al 100% a distanza per le scuole secondarie di secondo grado». «Oggi - ha ribadito - abbiamo degli studenti che di fatto avranno un anno vissuto a distanza, il che significa un anno perso dal punto di vista delle acquisizione di quelle competenze che richiedono un confronto costante all'interno della classe tra studenti e docenti».

Parole cavalcate immediatamente dall'opposizione che, per bocca della deputata Fdi Maria Teresa Bellucci, sottolinea come siano «una chiara ammissione di colpa dell'esecutivo Conte». «Bonetti sconfessa Azzolina - conclude -. Ammettere errore su Dad non solleverà studenti, famiglie e personale insegnante dal caos generato da un governo irresponsabile». E intanto, dal garante dei diritti dell'Infanzia della Liguria, Francesco Lalla, arriva la proposta di ridurre l'uso della mascherina per gli studenti per scongiurare possibili problemi nella relazione e socializzazione nelle scuole.

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