Italia e Estero

Scontro governo-Regioni sullo stop alle cene. Oggi il Dpcm

Le Regioni chiedono di non decretare la chiusura di ristoranti e bar alle 18. Attesa nel pomeriggio la conferenza stampa di Conte
Un locale del centro città -  Foto © www.giornaledibrescia.it
Un locale del centro città - Foto © www.giornaledibrescia.it
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L'ultimo scontro, alla fine di una giornata sull'ottovolante, è quello sullo stop alle cene. Le Regioni, in una lettera vergata in serata, chiedono all'unisono al governo di non decretare la chiusura di ristoranti, bar pasticcerie e gelaterie alle 18, misura contenuta nel Dpcm in dirittura di arrivo. Vogliono «salvare» i ristoranti, lasciando che i bar chiudano alle 20.

E, in tarda serata, il premier Giuseppe Conte, i capi delegazione e il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia tornano a riunirsi per fare un punto forse decisivo prima dell'ok al decreto. Lo stallo, di fatto, fa slittare tutto a oggi.

Sia la firma del Dpcm che la conferenza stampa che, nel primo pomeriggio, Conte aveva ipotizzato di fare nella serata di ieri, intorno alle 20.30. La riunione tra il premier e i capi delegazione è di quelle che, in termini diplomatici, si userebbe dire «franche».

Roberto Speranza e Dario Franceschini sono sostenitori, come ormai da diversi giorni, della linea del rigore. E Conte, ora, non vuole più perdere tempo. «Siamo consapevoli del fatto che non tutte le misure adottate hanno agito con la tempestività necessaria», ammette in mattinata nel video messaggio alla Cna. Ora, sbagliare non si può.

C'è da valutare, invece, quale sia il reale impatto in termini di anti-contagio della chiusura dei ristoranti alle 18. Lo chiede, ad esempio, Iv, che con Teresa Bellanova porta al tavolo della riunione la «voce» delle categorie alle quali la chiusura taglierebbe le gambe. Il M5S è sulla stessa linea: i gruppi chiedono di non chiudere non solo ristoranti e bar ma anche piscine e palestre.

«Così dal punto di vista sociale il Paese non tiene. E poi che fai, imponi a palestre e piscine i protocolli di sicurezza e poi le chiudi?», sottolinea un parlamentare.

E il Movimento manifesta la propria contrarietà su un'altra misura che, in zona Cesarini, potrebbe essere inserita nel Dpcm: lo stop agli spostamenti tra le Regioni. Regioni che chiedono anche il potere di mettere in campo la Dad al 100% per le suole superiori e le università e manifestano, al pari dei Cinque Stelle, perplessità sulla chiusura dei confini.

Ma c'è chi, come il governatore della Campania Vincenzo De Luca, va oltre. «De Luca ha ritenuto improponibile la chiusura alle 18, riconfermando quindi la volontà di mantenere gli orari già previsti dall'ordinanza regionale, con chiusura alle 23», è l'avvertimento che arriva dalla Campania. Il rischio, per il governo, di doversi trovare ad impugnare le ordinanze regionali è molto alto. Del resto, per Conte, non è neppure facile fare dietrofront rispetto ad una delle misure cardine contenute nelle due bozze del Dpcm circolate ieri.

Oggi, probabilmente nel pomeriggio, Conte in una conferenza stampa farà chiarezza e comunicherà le nuove misure. Prima, però, dovrà fare i conti con l'ultima, tormentata, mediazione.

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