Italia e Estero

Pnrr, 18 miliardi alla scuola e altri 9 per la ricerca

Di questi, tre saranno destinati agli asili nido e alla scuola dell'infanzia. Lo ha stabilito la cabina di regia sul Recovery Plan
Un momento della cabina di regia del Recovery Plan sulla scuola - Foto Ansa  © www.giornaledibrescia.it
Un momento della cabina di regia del Recovery Plan sulla scuola - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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La nuova scuola parte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza che dedicherà all'istruzione 18 miliardi di euro, dei quali tre agli asili nido e alle scuole dell'infanzia. A questi si aggiungeranno anche i 9 miliardi destinati alla ricerca.

Riforme e investimenti sono le parole d'ordine del ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, che oggi a Palazzo Chigi ha esposto, insieme alla collega dell'Università Maria Cristina Messa e al premier Mario Draghi, i punti del Piano così come sono stati predisposti dalla cabina di regia sul Recovery Plan del pomeriggio, la prima del governo Draghi. «Come governo - le sue parole - abbiamo voluto cominciare il cammino del Pnrr dalla scuola, dall'università e dalla ricerca. L'istruzione è al centro del futuro del Paese: è il segnale che stiamo dando all'Italia». Un plauso arriva anche dai presidi, che più volte hanno espresso critiche o perplessità sull'operato del ministero ma che oggi parlano di «segnale importante che va nella giusta direzione». «Forse - spiega il presidente dell'Anp Antonello Giannelli -, è la volta buona in cui si passa dalle parole ai fatti». E i fatti, come ha spiegato oggi lo stesso Bianchi, arriveranno già nelle prossime settimane.

Il primo bando per la scuola

Entro novembre, infatti, sarà pronto il primo bando per 5 miliardi di euro, definito dal ministro «un punto fondamentale per sostenere la ripartenza del Paese». Di questi, gran parte - cioè 3 miliardi - sarà assegnata agli asili nido e alle scuole dell'infanzia. «Altri 400 milioni - ha detto il Bianchi - per le mense, 300 milioni per le palestre, 800 milioni per nuove scuole e 500 per la ristrutturazione degli istituti e la messa in sicurezza». Investimenti importanti che avranno al centro «studenti e docenti», fornendo loro istituti all'avanguardia e sicuri, oltre ad una nuova didattica per quella che lo stesso Bianchi ha definito la «scuola 4.0». Le riforme, invece, punteranno all'«estensione del tempo pieno, la riduzione dei divari territoriali, la riforma degli Its, la didattica digitale integrata e la formazione digitale di tutto il personale e le nuove competenze e nuovi linguaggi».

I fondi per l'università e per la ricerca

Ma il Pnrr interesserà anche il settore dell'Università e della Ricerca, con un investimento totale di 9 miliardi, di cui 6 dedicati alla ricerca in filiera. «Nell'attuare queste misure - ha annunciato la ministra Messa - terremo conto di vari principi: recupero del gap di genere e generazionale, recupero dei divari territoriali e il principio di merito». Particolare attenzione, poi, sarà posta alla parità di genere. «Nelle misure che saranno messe a bando - ha sottolineato la ministra - ci sarà una quota del 40% riservata alle donne. Inoltre tutti coloro, università, enti, imprese, che parteciperanno al bando per la creazione delle filiere dovranno dimostrare di avere al proprio interno un bilancio di gemere o una valutazione o un programma della parità di genere».

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