Italia e Estero

Mamma 21enne uccisa nel Vicentino: l'assassino si toglie la vita

A trovare la donna in fin di vita è il marito. L'assassino era una guardia giurata
Alessandra Zorzin in una foto del 15 settembre postata su Fb
Alessandra Zorzin in una foto del 15 settembre postata su Fb
AA

Altra giornata di sangue nel vicentino, ancora una volta la vittima è una donna, in serata anche l'uomo ricercato per il delitto - e in fuga per tutta la giornata - si suicida nel chiuso della sua auto, in zona Vicenza Ovest, stretto dalle ricerche delle forze dell'ordine.

L'omicida è il 38enne padovano Marco Turrin, residente a Vigodarzene (Padova), guardia giurata. Si di lui si erano subito concentrati i sospetti. Inutili i tentativi di rianimarlo. Un solo colpo al volto, sparato da vicino, senza possibilità di scampo. È l'epilogo dell'ennesimo femminicidio, il secondo in cinque giorni, che ha spento a Montecchio Maggiore la vita di Alessandra Zorzin, una ragazza di 21 anni, sposata e madre di una bimba di due.

Mamma 21enne uccisa nel Vicentino - Foto Ansa  © www.giornaledibrescia.it
Mamma 21enne uccisa nel Vicentino - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
L'assassino, con tutta calma è poi uscito dalla casa, è risalito nell'auto che aveva lasciato nel piazzale antistante l'abitazione nella frazione Valdimolino e si è dato alla fuga. Di lui i Carabinieri, sulla base delle testimonianze, sanno che era un frequentatore abituale della casa, porta l'arma per lavoro e abita nel Padovano, a Vigodarzene. Ad incrociarne lo sguardo dopo l'omicidio è stata la titolare di una trattoria. «L'ho visto andare via, camminava con andatura normale, non di fretta - racconta - come se nulla fosse accaduto».

Sono le 11 di mattina quando Alessandra apre la porta: lei è sola, non è andata nel negozio di parrucchiere di Vicenza dove lavora e la figlia è al nido. È un incontro abituale, riferiscono i vicini, una presenza maschile diventata da qualche tempo particolarmente assidua. Ma qualcosa in quella visita non segue il solito copione, i vicini sentono prima le urla di un litigio poi un rumore sordo che definiscono «inquietante». È proprio il presagio che possa essere accaduto qualcosa di brutto a spingere chi vive accanto a suonare invano il campanello di Alessandra. Mentre la vettura del killer prende la via della fuga. I vicini cercano allora il marito, l'unico ad avere le chiavi di casa.

Trova la moglie stesa nel letto della camera, senza vita. Chiama i Carabinieri, attende l'arrivo del pm Luigi Salvadori e risponde a tutte le domande degli investigatori. Alessandra e il marito vivevano da un anno e mezzo a Montecchio Maggiore. Delle loro vita familiare resta traccia nei tanti post sui social della ragazza. 

«Invito i colleghi sindaci a mettere le bandiere a mezz'asta per ribadire la nostra ferma condanna contro ogni forma di violenza - propone - e come impegno a promuovere concretamente la cultura del rispetto.» 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia