Italia e Estero

La campagna vaccinale potrebbe rallentare? «Rinforzi in arrivo»

Il rischio proviene dalla decisione di somministrare AstraZeneca solo agli over 60. Prossime alla consegna altri 55 milioni di dosi di vaccini
Le persone in attesa all'hub vaccinale di via Caprera - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Le persone in attesa all'hub vaccinale di via Caprera - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Il rischio c'è, ma è difficile da quantificare. E sono in arrivo comunque i rinforzi, cioè altri 55 milioni di dosi di vaccino. Dopo la circolare del ministero della Salute che dà indicazioni perentorie sull’utilizzo di AstraZeneca solo sugli over 60, rischia di rallentare la campagna di vaccinazione di massa, con il conseguente slittamento dell’immunità di gregge prevista a fine settembre. Ma fonti di governo, riporta Ansa, affermano che «la campagna vaccinale italiana procederà con la stessa intensità di prima», vista «l’ampia disponibilità» di «oltre 55 milioni di dosi Pfizer e Moderna» tra ora e fine settembre. 

Non è l'unico problema all'orizzonte, perché l’Italia rischia anche di ritrovarsi nei frigoriferi milioni di dosi di Astrazeneca e Johnson&Johnson inutilizzabili. La decisione presa ieri dal ministro della Salute Roberto Speranza, su indicazione degli esperti del Comitato tecnico scientifico dopo la morte della 18enne ligure, ha già obbligato le Regioni a cancellare gli open day, che se verranno riorganizzati dovranno «rispettare le indicazioni per fasce d’età», e a rivedere l’agenda delle prenotazioni. Caso a parte la Lombardia, che aveva inizialmente annunciato di non voler dar seguito alla decisione del governo di somministrare un vaccino diverso per i richiami, «in attesa di una nota ufficiale di ministero della Salute e Aifa», ma ha poi fatto marcia indietro una volta ricevuta la circolare e la posizione della stessa Aifa. 

«Non faccio fosche previsioni, sono convinto che a settembre chiudiamo - ha detto il generale Figliuolo -, ma se dovessimo aggiungere un’altra platea, ad esempio 6-15 anni, se Curevac non arriva e se ci sono altri intoppi è chiaro che non ce la faremo». Stando ai numeri forniti da Figliuolo al Cts, entro la fine del mese dovrebbero arrivare ancora 7,2 milioni di dosi di vaccini a mRNA (5,8 di Pfizer e 1,4 di Moderna), ai quali vanno aggiunti i 45 previsti nel terzo trimestre (31 di Pfizer e 14 di Moderna) per un totale di 52,2 milioni. Se poi verrà approvato il siero di Curevac, entro la fine di settembre l’Italia potrà contare su altri 6,5 milioni, per un totale di 58,7 milioni di dosi di vaccini a mRNA. Lo stesso generale già il 10 maggio aveva segnalato che la quantità di vaccini a mRNA rischiava di essere inferiore alla necessità. 

C’è infine l’incognita Johnson&Johnson. All’interno del Cts c’è stata una lunga discussione tra chi voleva equipararlo ad AstraZeneca e chi invece sosteneva che non ci fossero abbastanza dati e, alla fine, è passata questa linea. Pur considerando le analogie, hanno scritto gli esperti nel verbale, «lo stato attuale delle conoscenze, il numero di poco superiore al milione di dosi somministrate e la rarità» delle trombosi, «non permettono di trarre valutazioni conclusive rispetto al rapporto beneficio/rischio». Valutazioni che però potrebbero arrivare nelle prossime settimane e cambiare gli scenari, fermo restando che in ogni caso già adesso questo vaccino è raccomandato per chi ha da 60 anni in su. Di certo c'è che, sempre in base ai numeri di Figliuolo, ci sono ancora 3,5 milioni di over 60 che non hanno avuto neanche la prima dose e 3,9 che devono fare i richiami.

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