Guerra in Israele, rientrati in Italia i pellegrini bresciani: «Pensavamo di non farcela»
I bresciani tornano a casa. Per i due gruppi coordinati da Brevivet e per la comitiva veronese della quale faceva parte anche la studentessa del liceo classico Arnaldo - insieme a mamma, marito della mamma, sorellina e cugino - il viaggio nella Terra Santa sotto attacco di Hamas si è concluso nella serata di martedì con un volo Neos partito dall’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv e arrivato a Verona attorno alle 20. Come conferma Barbara Chiodi, direttore dell’agenzia, «i nostri due gruppi hanno lasciato Israele».
Si tratta della comitiva di Capriolo composta da 43 pellegrini accompagnati da don Mauro Orsatti, guida biblica, e don Giuseppe Mattanza, parroco del paese franciacortino. E della compagnia formata da 22 italiani tra i quali figuravano anche alcuni bresciani. Nella città scaligera, ad attenderli, hanno trovato fiori, giornalisti, alcuni familiari e i pullman che li hanno portati nel primo caso a Capriolo e nel secondo a Malpensa.
A Capriolo
Il rientro in Italia per il gruppo franciacortino guidato da don Mattanza era in origine fissato per oggi. La guerra, come si può immaginare, ha imposto un cambio di programma: «Quando tutto è iniziato - ha raccontato il parroco in aeroporto - eravamo in Giordania. Da lì il nostro pellegrinaggio è proseguito a Betlemme, dove siamo riusciti a visitare la basilica della Natività. Ora dopo ora, però, abbiamo visto le strade e le chiese svuotarsi, i negozi chiudere, la città diventare un fantasma: la gente, del resto, ha paura».
Lunedì la comitiva ha raggiunto Gerusalemme «dove siamo rimasti in hotel. Fortunatamente le zone del conflitto erano molto distanti da noi, abbiamo solo sentito qualche volta le sirene e scoppi in lontananza. Relativamente alla nostra incolumità eravamo tranquilli, chi ci attendeva a casa e vedeva in tivù le immagini dalla Striscia di Gaza era invece preoccupato». Don Mattanza è stato molte volte in Terra Santa, ma «ciò che sta accadendo ora non ha precedenti - è il suo commento -. È una guerra vera e purtroppo sarà lunga. Spero di sbagliarmi, ma io la vedo così».
L'appello social
Sullo stesso aereo in cui c’erano i due gruppi di Brevivet ha viaggiato anche la comitiva veronese partita con l’agenzia Le Terre della Bibbia di Torino. «Pensavamo di non farcela», è stato il commento a caldo espresso in aeroporto ai cronisti da alcuni pellegrini. Molto sollevata di essere di nuovo in Italia era Valentina, la liceale di casa a Brescia che, nei giorni scorsi, aveva girato un breve video affidato ai social in cui, da un hotel di Gerusalemme, faceva appello al Ministero degli Esteri affinché aiutasse la comitiva facente riferimento alla Chiesa apostolica della Restaurazione di Peschiera (38 persone in tutto, compresi neonati, bambini e adolescenti) a rientrare il prima possibile, in sicurezza: «Sono state giornate di grande ansia in cui ci siamo affidati alla preghiera - ha raccontato Valentina in aeroporto -: eravamo preoccuparti per quello che stava accadendo e perché non sapevamo fino a dove tutto questo sarebbe potuto arrivare».
La 16enne riferisce che «alcuni membri del nostro gruppo mentre stavano andando al Muro del pianto hanno visto i missili volare sopra le loro teste. Io, per fortuna, non ero andata perché mi sentivo stanca».
L'odissea del ritorno
Il rientro in Italia, per la comitiva, si è rivelato un’odissea. Voli disponibili, infatti, da sabato non ce n’erano: «Vengono cancellati uno dopo l’altro», aveva detto Valentina nel suo messaggio. Scartata l’ipotesi di partire dalla Giordania, uno spiraglio tra mille peripezie era stato trovato nel volo che avrebbe dovuto partire alle 4.40 dell’altra notte. Volo (con biglietti a 350 euro) poi posticipato alle 15.30 per via del blocco notturno dei viaggi e quindi fissato alle 16.40, alle 17.05 e infine alle 17.20. Per prendere quell’aereo, i veronesi con Valentina e i suoi familiari sono arrivati in aeroporto in pullman verso mezzogiorno con il cuore pieno di incertezze e qualche speranza. Fatto in tempi relativamente brevi il check-in, hanno atteso il momento per potersi imbarcare e allontanarsi, finalmente, dalla guerra su un aeromobile della compagnia greca in un viaggio allestito in collaborazione con il contributo della Farnesina.
«Quando Valentina rientrerà a scuola andrò a salutarla e a chiederle come sta e se ha voglia di raccontarci cosa ha vissuto - è il commento della nuova preside dell’Arnaldo Elena Lazzari -. Siamo tutti molto provati da ciò che sta accadendo in Terra Santa».
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