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Dati Covid e mascherine in ospedali e Rsa: l'appello al Governo di Gimbe e medici d'urgenza

Il nodo del bollettino giornaliero che non viene più pubblicato e quello, più delicato, della tutela dei fragili
Tamponi
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La giornata odierna dovrebbe essere quella destinata a sciogliere le riserve su un tema molto dibattuto in queste ore come la permanenza dell'obbligo di utilizzo della mascherina in ospedale e nelle Rsa. Ma, sempre sul fronte Covid, si discute anche dell'opportunità o meno di proseguire con la pubblicazione dei bollettini di aggiornamento sulla diffusione del virus e sul numero dei casi.

Il nodo dei dati

Sì allo stop al «bollettino» quotidiano sul Covid, ma garantendo l'aggiornamento, anche della campagna vaccinale, e la possibilità di accesso ai dati a ricercatori per analisi e studi indipendenti. No all'abolizione dell'obbligo di mascherine in ospedali e Rsa: al contrario, in questi luoghi andrebbe reso permanente il dovere di indossarle. Quanto a reintegri di sanitari non vaccinati e «sanatorie» per chi non abbia ottemperato all'obbligo di vaccinazione il presidente dell'organizzazione Nino Cartabellotta li bolla come una «amnistia anti scientifica e diseducativa».

Sul fronte dei dati la preoccupazione di Gimbe è condivisa anche da una delle realtà più attive sul fronte dell'elaborazione e dell'analisi dei dati (già nelle fasi acute della pandemia, tra l'altro), vale a dire OnData, che proprio in queste ore ha segnalato via Twitter come non sia stata aggiornata la repository online che quotidianamente rendeva disponibili agli analisti i dati aggiornati sui vari fronti del tema Covid.

Medici no-vax e reintegri

Quanto all'obbligo vaccinale per il personale sanitario e al reintegro di sanitari no-vax sospesi dal 1° novembre, «il potenziale impatto in termini di sanità pubblica sarebbe modesto, sia perché la misura viene anticipata di soli due mesi rispetto alla scadenza fissata al 31 dicembre sia perché riguarda un numero esiguo di professionisti - spiega il presidente Gimbe Nino Cartabellotta -. Ben diverso l'impatto in termini di percezione pubblica di questa «sanatoria» e delle relazioni con la stragrande maggioranza dei colleghi che si sono vaccinati per tutelare la salute dei pazienti e la propria, anche per garantire la continuità di servizio. Peraltro, al di là di una scelta individuale incompatibile con l'esercizio di una professione sanitaria, si tratta di persone che hanno spesso seminato disinformazione sui vaccini, elevandosi a «paladini» del popolo no-vax».

«Resti la mascherina in ospedali e Rsa»

Diverse le voci critiche che si levano dal mondo sanitario rispetto all'eventualità palesata dal Governo Meloni e dal ministro della Salute Schillaci di eliminare l'obbligo di mascherine negli ospedali e nelle Rsa. Tra i più netti sul punto, ancora una volta il presidente di Fondazione Gimbe: «L'obbligo delle mascherine in ospedale e nelle RSA «dovrebbe essere reso permanente, indipendentemente dalla pandemia in corso, al fine di proteggere al meglio le persone più vulnerabili da infezioni respiratorie di qualsiasi natura. E l'utilizzo di questo dispositivo, come indicato dalle autorità internazionali di sanità pubblica, è raccomandato in tutti gli ambienti al chiuso affollati e/o poco aerati».

Di uguale avviso, tuttavia, è anche la Società Italiana di Medicina d'Emergenza Urgenza (Simeu), che «confida nella saggezza e nell'autorevolezza del ministro e collega Orazio Schillaci: l'attuale andamento della pandemia, benché imparagonabile rispetto a quanto vissuto due anni fa, esige il mantenimento di un elevato livello d'attenzione». Lo afferma la stessa Simeu, sottolineando che «per questi motivi riteniamo vitale mantenere l'applicazione delle più elementari regole, quali l'utilizzo dei dispositivi individuali di protezione, nelle strutture della Medicina d'Emergenza Urgenza, a tutela dei pazienti e degli operatori».

La trasmissione virale, afferma la Simeu, «deve comunque essere fronteggiata, più che mai nei Pronto Soccorso, luoghi in cui patologie e fragilità si concentrano in una densità umana che non ha paragoni e che è essa stessa una drammatica emergenza che esige soluzioni, indipendentemente dalle problematiche strettamente correlate alla pandemia».

Crisanti: «Schillaci non capisce nulla di sanità pubblica»

Più caustico sul punto, ai microfoni di Radio Capital il virologo e neo senatore Pd Andrea Crisanti: «Il ministro Schillaci va giudicato in base ai fatti. Ma se la sua prima mossa è quella di togliere le mascherine negli ospedali allora mi permetto di dire che di sanità pubblica non capisce nulla». Così il ricercatore, ospite a The Breakfast Club su Radio Capital commenta le misure su cui lavora il governo Meloni.

«Siamo in una situazione di equilibrio grazie ai vaccini, ma il Covid non è sparito. Ancora non conosciamo la capacità evolutiva del virus di generare varianti in grado di causare malattia grave. Non scordiamoci che la nostra priorità resta proteggere i fragili. Se togliamo le mascherine in ospedale andiamo nella direzione opposta: perché in ospedale e nelle Rsa ci sono proprio i fragili. L'uso delle mascherine in ospedale ha avuto effetti positivi sulle infezioni ospedaliere. Togliere le mascherine in ospedale è una misura da analfabeti di sanità pubblica».

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