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Strage della Loveparade, l'archiviazione è «possibile»

Lo ha dichiarato il giudice Mario Plein durante l'udienza del processo della strage della Loveparade, in cui morì la bresciana Giulia Minola
La massa di persone alla Loveparade del 2010
La massa di persone alla Loveparade del 2010
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Sembra avvicinarsi l’archiviazione per il processo della strage della Loveparade di Duisburg del 24 luglio 2010, cui morirono ventuno persone, tra le quali la ventunenne bresciana Giulia Minola.

Durante l’udienza a porte chiuse convocata a Düsseldorf questa mattina, in cui la corte, i pubblici ministeri, gli avvocati dei dieci imputati e delle parti civili erano chiamati a fare il punto sul procedimento, il giudice Mario Plein ha detto che l’archiviazione è «possibile». Lo riferiscono i legali presenti in aula.

La discussione tra le parti è destinata a proseguire nel corso della giornata e una decisione non è ancora stata presa. Per domani è convocata una nuova udienza pubblica in cui verranno resi noti i termini di un eventuale accordo tra le parti. Per le parti civili l’archiviazione sarebbe una sconfitta che metterebbe la parola fine all’accertamento delle responsabilità per la strage in cui, oltre alle ventuno vittime, ci furono seicento feriti, diversi dei quali anche con conseguenze a lungo termine.

Nelle novantasei udienze del processo svolte finora, a partire dall’8 dicembre 2017, è emerso un quadro decisamente complicato in merito a quanto accaduto. Sul banco degli imputati siedono dieci persone tra dipendenti del Comune di Duisburg, quattro in tutto, e della società organizzatrice dell’evento, la Lopavent, ma sono emersi anche una serie di mancanze nella gestione della giornata attribuibili alla Polizia, rimasta ai margini delle indagini ed esclusa dal processo.

 

 

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