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Respinta azione antitrust contro Facebook, che vola a Wall Street

Duro schiaffo per le autorità americane che volevano limitare il potere della società, il cui valore oggi supera i mille miliardi di dollari
Il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg al processo di Cambridge Analytica nel 2018 - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
Il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg al processo di Cambridge Analytica nel 2018 - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
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Clamorosa battuta d'arresto per i regolatori che cercavano di fermare Facebook: un giudice federale ha respinto lunedì per mancanza di fatti l'azione antitrust contro la società avviata dalla Federal Trade Commission e oltre 40 stati americani contro Facebook. È un duro schiaffo contro i tentativi delle autorità americane di governare e limitare il potere della big tech della Silicon Valley. 

La decisione della corte ha fatto decollare il social network di Mark Zuckerberg a Wall Street (dove i titoli guadagnano oltre il 4%), spingendo il valore della società per la prima volta sopra i mille miliardi di dollari. Il giudice James Boasberg ha ritenuto insufficiente la documentazione depositata dalle autorità americane per affermare che Facebook ha il monopolio sui social network controllando il 60% del mercato. 

La chiusura comunque non è totale, visto che l'azione antitrust della Federal Trade Commission può essere ripresentata - aggiunge il giudice nella sua opinione contenuta in 53 pagine - nell'arco di 30 giorni. 

«La Ftc non ha presentato abbastanza fatti per stabilire in modo plausibile che Facebook ha il monopolio del mercato», si legge nella decisione che concede all'agenzia americana fino al 29 luglio per ripresentare l'azione. Nulla da fare invece per quella degli stati americani, che prendeva di mira le acquisizioni di WhatsApp e Instagram, completate da Facebook nel 2014 e nel 2012. 

Se Facebook canta per il momento vittoria, a tremare ora è Google. L'amministrazione Biden, secondo indiscrezioni riportate dall'agenzia Bloomberg, sta esaminando le pratiche pubblicitarie di Mountain View, continuando sulla strada aperta da Donald Trump. Per Google si tratta di una nuova grana, che va ad aggiungersi all'esame stringente a cui è sottoposto dalle autorità di molti paesi al mondo, inclusa l'Unione Europea. Il caso Facebook potrebbe avere come effetto quello di alimentare gli sforzi in Congresso per imporre limiti a Big Tech. La Camera si appresta a valutare sei diversi provvedimenti per controllare i colossi della Silicon Valley, incluso uno che prevede il loro spezzatino così da limitarne la forza..

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