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Molestie all'Adunata alpina, l'Ana: «Prendiamo le distanze»

Alcune donne di Rimini, attraverso «Non una di meno», lamentano di essere state vittime di molestie
Adunata alpina (archivio) - © www.giornaledibrescia.it
Adunata alpina (archivio) - © www.giornaledibrescia.it
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Fischi e frasi ammiccanti, anche volgari, rivolte a donne da uomini nei quattro giorni della 93esima Adunata degli alpini oltre a qualcuno che ha pure, pare, allungato le mani: da qui le denunce social e il coinvolgimento di «Non una di meno» che chiede alle vittime di violenza di non tirarsi indietro. E quindi l'Ana che prende le distanze e vuole fare chiarezza.

«Dopo la serie di segnalazioni raccolte da alcuni social network relative a molestie che sarebbero state rivolte ad alcune decine di ragazze durante la 93a Adunata Nazionale degli Alpini, l'Associazione Nazionale Alpini prende ovviamente le distanze, stigmatizzandoli, dai comportamenti incivili segnalati, che certo non appartengono a tradizioni e valori che da sempre custodisce e porta avanti»: così il comunicato diffuso ieri dall’Ana nazionale dopo le denunce via social.

«Dopo gli opportuni accertamenti - continua l’Ana -, risulta che alle Forze dell'ordine non sia stata presentata alcuna denuncia; rileva poi che quando si concentrano in una sola località centinaia di migliaia di persone per festeggiare è quasi fisiologico che possano verificarsi episodi di maleducazione, che però non possono certo inficiare il valore dei messaggi di pace, fratellanza, solidarietà e amore per la Patria che sono veicolati da oltre un secolo proprio dall'Adunata».

L'Ana sottolinea anche che «per mescolarsi alla grande festa, basta infatti comperare un cappello alpino, per quanto non originale, su qualunque bancarella».

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