L'esercitazione nucleare Nato che innervosisce Putin è la stessa ospitata a Ghedi nel 2021

Nella settimana in cui i ministri degli Esteri dei Paesi Nato riuniti a Bruxelles hanno rinnovato il proprio appoggio all'Ucraina invasa dalla Russia, è venuta prepotentemente alla ribalta l'esercitazione nucleare che 14 dei 30 Stati membri dell'Alleanza Atlantica hanno in programma la prossima settimana nello scacchiere europeo.
Una simulazione su larga scala che coinvolge annualmente una cinquantina di velivoli militari delle aviazioni abilitate ad utilizzare le bombe atomiche tattiche che gli Stati Uniti hanno dislocato in varie basi del Vecchio Continente.
Il 6° Stormo di Ghedi
Tra queste figura anche quella di Ghedi: i Tornado del 6° Stormo (e così a breve gli F35, i primi dei quali sono stati già consegnati ai Diavoli Rossi) sono infatti tra i reparti abitualmente coinvolti nell'esercitazione nota come «Steadfast Noon», vale a dire «Mezzogiorno costante», in contrapposizione alla mezzanotte con cui gli scienziati del primo progetto atomico (Manhattan Project) nel 1947 indicarono sull'orologio «dell'apocalisse» la prospettiva dell'esplosione nucleare. Non solo: proprio l'aerobase bresciana, infatti, ha ospitato l'edizione 2021 dell'esercitazione.
Un'esercitazione nel corso della quale - è bene chiarirlo da subito - di bombe atomiche non se ne usano, ma si testano tutte quelle procedure necessarie alle varie forze aeree coinvolte per impiegare in uno scenario realistico quello che viene indicato come armamento «di deterrenza».Messaggi in codice
Il possibile ricorso agli ordigni nucleari nello scenario del conflitto tra Mosca e Kiev, che da settimane alimenta la tensione tra Usa, Europa e Russia, non può che porre sotto una lente del tutto particolare l'imminente esercitazione Nato. Una possibile spina nel fianco per Putin. Non a caso sul punto è intervenuto direttamente il segretario generale del Patto Atlantico Jens Stoltenberg, che sollecitato dai cronisti ha sottolineato come la simulazione, programmata da ben prima del 24 febbraio, data d'inizio del conflitto ucraino, si svolgerà secondo le previsioni: «Cancellarla ora significherebbe dare un messaggio molto sbagliato» alla Russia. E a conferma, proprio ieri lo stesso segretario generale ha presieduto una riunione ordinaria del Gruppo di pianificazione nucleare.
🔴 LIVE SOON (15:00 CEST)
— Jens Stoltenberg (@jensstoltenberg) October 11, 2022
🎙️ Pre-ministerial press conference ahead of #NATO #DefMin
📍@NATO HQ, Brussels https://t.co/PYjQo9klEi
«Lo scopo fondamentale della deterrenza nucleare della Nato è sempre stato quello di preservare la pace, prevenire la coercizione e scoraggiare l'aggressione. La prossima settimana - ha confermato Stoltenberg - la Nato terrà la sua esercitazione di deterrenza programmata da tempo, "Steadfast Noon". Si tratta di un addestramento di routine, che si svolge ogni anno per mantenere il nostro deterrente sicuro, protetto ed efficace. Le velate minacce nucleari del presidente Putin sono pericolose e irresponsabili: la Russia sa che una guerra nucleare non può essere vinta e non deve mai essere combattuta».
Dove?
Come a dire: addestrarsi alla deterrenza è un modo di scongiurare l'escalation. Una scelta evidentemente non causale quella del segretario generale del Patto Atlantico che ha inteso anticipare nelle dichiarazioni l'imminenza dell'esercitazione. Tanto atipica da destare l'attenzione di alcuni osservatori, considerato il discreto livello di segretezza che abitualmente avvolge il «Mezzogiorno risoluto».
L'intento è probabilmente quello di disinnescare eventuali letture russe che possano rendere ancora più rovente una situazione internazionale che è di suo ad alta tensione: Mosca d'altro canto si accinge ad analoghe esercitazioni proprio al confine con l'Ucraina, facendo evocare al presidente Usa Joe Biden lo spettro dell'Armageddon nucleare.

A restare per ora segreta è piuttosto la location di Steadfast Noon. Ai russi Stoltenberg si è limitato a mandare una rassicurazione: «La parte principale delle manovre dovrebbe tenersi a più di mille chilometri dalla Russia» per riportare le esatte parole usate dal segretario generale in conferenza stampa. Il che apre il nodo del dove si terranno quest'anno le operazioni di volo dell'esercitazione nucleare, che ogni anno si svolge in una delle basi europee dei Paesi membri che ospitano bombe atomiche.
La rotazione è abbastanza costante, ragione per la quale non dovrebbe essere l'Italia la sede di Mezzogiorno costante 2022, anche se dai Diavoli Rossi come pure dal Ministero della Difesa, non viene al riguardo fornita alcuna indicazione. Ma ci sarebbe forse da stupirsi del contrario. Certo il requisito dei 1.000 km dalla Russia risulterebbe rispettato se Aviano o Ghedi fossero le basi prescelte. Difficile che Ghedi in particolare sia interessata come base dell'esercitazione avendola ospitata lo scorso anno, come già nel 2014.

Ad Aviano era toccato invece accogliere equipaggi e personale degli altri Paesi nel 2018, dopo Nörvenich, in Germania (2020) e Volkel in Olanda (2019). Prima ancora erano stati Germania e Belgio ad ospitare congiuntamente le grandi manovre nei cieli di confine (precisamente sulle basi di Kleine Brogel in Belgio, Büchel in Germania, nel 2017).
Tra quelli che un rapporto della Federazione degli scienziati americani del 2021 indica come probabili siti di collocazione delle atomiche dell'ombrello atlantico figura anche la base turca di Incirlik, tra quelle di più recente ammodernamento proprio dopo la crisi ucraina del 2014. Difficile capire come potrebbero prendere i russi l'esercitazione in casa Erdogan (a due passi dal confine siriano con vista sul Mar Nero, visto che ci troviamo nei pressi della città di Adana) a poche ore dai colloqui tra lo stesso presidente turco e Putin. Le alternative contemplano altri due siti turchi, una base greca e una della Raf nel Regno Unito. Basi nelle quali (al pari di Nörvenich, a onor del vero) non sarebbero però più stoccate direttamente le bombe atomiche tattiche B61, ma resterebbero operative unità in grado di impiegarle.
Chi parteciperà?
Quanto ai Paesi partecipanti, la lista dovrebbe ricalcare grossomodo quella consueta, con l'Italia rappresentata dalla quasi scontata presenza dei Tornado di Ghedi (anche se pure su questo punto il riserbo dell'Aeronautica Militare resta assoluto), accanto a Belgio, Germania, Olanda, Grecia e Turchia. Rilievo potrebbe assumere nello scenario la presenza di jet polacchi (come già in passato), a ribadire il pieno coinvolgimento di Paesi che lo zar russo considera scomodissimi vicini di casa.
Dal 3 ottobre inizia la seconda esercitazione "Mare Aperto" del 2022 su larga scala: predisposte diverse aree sulle isole e sull'Italia meridionale. Si protrarrà fino al 27 ottobre. https://t.co/L0a1EEJI7x
— Desk Aeronautico (@DeskAeronautico) September 30, 2022
Il tutto mentre i voli di pattugliamento dei confini orientali della Nato si susseguono, nel Mediterraneo si svolge la «Mare Aperto» (la principale esercitazione della Marina Militare italiana che coinvolge, oltre alla stessa Aeronautica Militare, unità e mezzi di altri 5 Paesi Nato, 3-27 ottobre) e la portaerei americana Uss Bush incrocia nelle acque di Sigonella diretta verso Est. Tutte manifestazioni di una necessità diffusa di testare le proprie capacità operative e di essere pronti ad ogni evenienza. Nella comune speranza (ci si augura) che qualunque prova muscolare sia destinata a restare tale.
Today we were also able to detect her speed#NATO https://t.co/Ydo9BtsRtn
— Itamilradar (@ItaMilRadar) October 13, 2022
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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