Bassa

Ghedi, i caccia della Nato per l’esercitazione «nucleare»

Aerei olandesi e tedeschi nell’aerobase del 6° Stormo per l'operazione «Steadfast Noon 2021»
Un Tornado Ids, il velivolo in forza al 6° Stormo di Ghedi - © www.giornaledibrescia.it
Un Tornado Ids, il velivolo in forza al 6° Stormo di Ghedi - © www.giornaledibrescia.it
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Esercitazione «Steadfast Noon». All’incirca «mezzogiorno risoluto». Un nome che non suona nuovo all’orecchio di chi segue con una certa costanza le attività militari della Nato. Sotto questa etichetta è infatti inquadrata la principale simulazione annuale di impiego bellico di bombe nucleari che interessa, oltre al personale Usa di stanza in Europa, anche i vari Paesi che ospitano ordigni tattici all’idrogeno nell’ambito degli accordi dell’Alleanza Atlantica.

L’esercitazione si svolge ogni volta in uno Stato membro differente. L’edizione 2021, che ha preso il via il 18 ottobre, interessa due aerobasi italiane: quella di Aviano e quella di Ghedi, a quanto afferma Hans Kristensen, direttore del «Nuclear Information Project» della Fas, la Federazione degli Scienziati Americani. Proprio nella sede dei Diavoli Rossi del 6° Stormo sono rischierati per le operazioni previste caccia F16 olandesi e Tornado Ids tedeschi.

Si tratta di aerei inquadrati in unità che, al pari del 102° e del 154° Gruppo cacciabombardieri dell’Aeronautica militare abitualmente di stanza nella base bresciana, sono addestrate all’impiego delle bombe atomiche a caduta B61 che stando ai dati della Fas (visto che la segretezza sulla collocazione delle armi nucleari resta elevata anche con l’Amministrazione Biden) sono dislocate in 5 differenti Stati europei: Italia (ad Aviano e Ghedi), Germania (base di Büchel), Turchia (Incirlik), Belgio (Kleine Brogel) e Olanda (Volkel). Al contempo, nei cieli friulani, sono giunti F16 belgi che hanno volato assieme a quelli americani già basati ad Aviano e ai Gripen cechi.

Una bomba tattica nucleare a caduta B61 come quelle che sarebbero stoccate a Ghedi - Foto tratta dal sito Fas.org
Una bomba tattica nucleare a caduta B61 come quelle che sarebbero stoccate a Ghedi - Foto tratta dal sito Fas.org

 A Ghedi, stando all’annuale Bulletin of the Atomic Scientists, sarebbero custoditi in particolare 15 ordigni all’idrogeno, affidati al personale americano del 704th Munitions Maintenance Squadron (Munss). Ordigni di concezione obsoleta destinati con ogni probabilità a essere sostituiti dalla versione aggiornata B61-12 teleguidata, arma che verosimilmente sarà prevista sui nuovi F35, i sostituti dei Tornado, per i quali a Ghedi sono in atto lavori di adeguamento.

L’esercitazione si sovrappone a un’altra maxi-simulazione Nato («Cross Servicing») che coinvolge, secondo gli addetti ai lavori, stesse unità e zone d’Italia: di fatto, dalle «Notam» (le prescrizioni aeronautiche che introducono restrizioni al volo civile) emesse per quest’ultima scopriamo che l’attività interessa ampia fetta del nord Italia (le zone di Ghedi e Aviano in testa) e del versante adriatico della Penisola.

Un F16 americano rischierato in Friuli, ad Aviano - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Un F16 americano rischierato in Friuli, ad Aviano - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it

Da parte sua la Nato non fa mistero che «Steadfast Noon» sia in atto, né che si tratti di un’esercitazione che riguarda reparti di 14 Paesi deputati all’impiego di armi nucleari, ma colloca - con la vaghezza dettata dalla segretezza militare - le operazioni «nell’Europa del Sud». Sul sito istituzionale viene esplicitato ciò che si darebbe per scontato: «No live weapons are used», non vi è impiego di armi reali, gli attacchi sono simulati.

L’esercitazione serve in altre parole a verificare l’efficienza di tutte le unità coinvolte (logistica, di manutenzione, reparti di volo, sistemi di sorveglianza e rifornimento) e la conoscenza delle procedure previste per l’attività che richiede affiatamento tra aeronautiche di Paesi diversi. Non una novità per Ghedi, dove si era svolta nel 2014, per restare agli anni recenti. Piuttosto la settimana di esercitazioni - passata tutt’altro che inosservata nella Bassa, vista la quantità di sorvoli e la presenza di F16 - è la conferma, se ne serviva una, che il nucleare nel Bresciano c’è davvero ed è destinato, nella visione della Nato, a restare, tanto da coinvolgere la base di Ghedi nella principale attività addestrativa del 2021.

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