Italia e Estero

Il viaggio del GdB: alla frontiera dell'attesa e delle paure

A Dothobyczów chi è riuscito ad entrare in Polonia dall'Ucraina aspetta i familiari scrutando dietro il filo metallico della rete
La frontiera di Dothobyczów - Foto © www.giornaledibrescia.it
La frontiera di Dothobyczów - Foto © www.giornaledibrescia.it
AA

Il racconto di Nuri Fatolahzadeh, giornalista del Giornale di Brescia, che è in viaggio verso la Polonia con un gruppo di volontari di Folzano che hanno organizzato una delle numerose raccolte di beni di prima necessità per i profughi in fuga dall’Ucraina.

Frontiera di Dothobyczów - A pochi metri dalla green zone c’è il «prato dell’attesa». Un confine dietro un confine, un corridoio di disperazione in cui l’angoscia sembra aver strappato via i colori. Anche qui si consumano le suole delle scarpe, a camminare nervosamente, tentando di saltare sulle punte per vedere meglio. 

Sono i famigliari, gli amici, i conoscenti. Attendono per ore, con l’angoscia di chi non sa se i loro cari ce l’hanno fatta oppure no. A sopravvivere innanzitutto, a raggiungere la Polonia poi. 

Dietro il filo metallico della rete che impedisce loro di correre alla frontiera (o, come dicono loro, alla «barriera umana») si consuma il loro personale calvario. Un occhio al confine, un occhio al telefono dal quale non si separano mai. È la pena di chi si trova al sicuro. Quella del fiato sospeso, del cuore pesante, quella di chi non sa.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia