Il G7 mette un tetto al petrolio russo e Gazprom chiude il Nord Stream 1
I Paesi del G7 hanno deciso di introdurre un tetto massimo al prezzo del petrolio russo, per tagliare le entrate di Mosca e limitare l’impatto della guerra sui prezzi dell’energia.
Dapprima il Cremlino ha reagito garantendo che non venderà petrolio a chi applica il cosiddetto price cap, cioè il tetto al prezzo. In serata Gazprom ha fatto sapere che il Nord Stream, il gasdotto principale per il trasporto del gas russo verso l’Europa occidentale, oggi non ripartirà, com’era invece previsto dopo tre giorni di manutenzione: dopo i «guasti e danni» individuati, ha detto, «il trasporto di gas» è stato «completamente fermato».
In un copione ormai consolidato per gli annunci di Mosca, dunque, torna lo spettro di uno stop totale del gas russo. Del resto solo poche ore prima la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si era detta «della ferma convinzione che è tempo di un tetto al prezzo del gas dai gasdotti russi in Europa». Laconica era subito arrivata una replica di Dmitry Medvedev, vice capo del Consiglio di sicurezza russo ed ex presidente: se l’Ue imporrà un tetto, il gas russo «non ci sarà più» in Europa.
Le possibili mosse dell'Ue
Proprio l’attesa della ripartenza sabato del Nord Stream aveva mandato in caduta libera i prezzi del gas, con i future Ttf, riferimento per il prezzo del metano in Europa, in calo dell’11,7% a 214 euro. Rispetto al tetto sul petrolio deciso dal G7, resta da capire che modalità avrà, quale sarà la soglia, e soprattutto come reagiranno gli altri grandi acquirenti di petrolio, come India e Cina.
Quanto invece ai lavori nella Ue per contrastare i prezzi dell’energia, la priorità, ha segnalato von der Leyen, resta risparmiare energia, «soprattutto negli orari di picco». Servirà poi usare alcuni extraprofitti dei produttori di elettricità per supportare i soggetti e le attività più vulnerabili. Nel medio termine, poi, andrà rivista la configurazione del mercato dell’elettricità valutando ad esempio la possibilità di disaccoppiare il prezzo del gas da quello dell’elettricità (in germo è chiamato decoupling), oltre a fare imponenti investimenti nelle rinnovabili.Le possibili mosse su cui sta lavorando per ora la Commissione, stando a un non-paper circolato a Bruxelles, includono un piano di risparmi dell’elettricità simile a quello sui risparmi di gas già licenziato dall’Ue, l’introduzione di un limite di prezzo per le tecnologie di generazione di energia elettrica inframarginali (quelle con costi minori come rinnovabili, nucleare e carbone, perché hanno generato extraprofitti grazie agli alti prezzi del gas). Da qui arriverebbero i fondi per finanziare interventi sui prezzi al dettaglio. L’attesa è comunque per il confronto al Consiglio straordinario dei ministri dell’energia del 9 settembre.Von der Leyen poi potrebbe annunciare alcune misure specifiche già nel discorso sullo Stato dell’Unione del 14 settembre.
Le intenzioni del G7
Tornando al G7, ha espresso dopo l’impegno assunto al vertice di Elmau di impedire alla Russia di trarre profitto dalla guerra all’Ucraina, ha confermato «l’intenzione politica congiunta di finalizzare e attuare un blocco complessivo ai servizi che consentono il trasporto marittimo di petrolio greggio e prodotti petroliferi di origine russa nel mondo. La fornitura di tali servizi sarebbe consentita solo se il petrolio e i prodotti petroliferi fossero acquistati a un prezzo uguale o inferiore a un valore («price cap») determinato dall’ampia coalizione di Paesi che vi aderisce e attua tale misura».
Il G7, ha commentato il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni, lavorerà a «un’ampia coalizione globale per finalizzare la progettazione e il livello del tetto di prezzo», sul petrolio e la Commissione lavorerà per «raggiungere l’unanimità tra i nostri 27 Stati membri».
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