Bollette triplicate negli alberghi: si chiude prima e i prezzi salgono
Bollette da cardiopalma, con rincari che toccano punte del 300%, e una serie lunghissima di altre spese che hanno raggiunto cifre da capogiro tengono svegli la notte gli albergatori bresciani. La situazione, per tutti, è diventata insostenibile e la preoccupazione, in vista dell’autunno e dell’inverno, è fortissima: se le cose non cambieranno in tempi brevi, molte strutture, soprattutto sui laghi, anticiperanno la fine della stagione in corso; alcune potrebbero invece tagliare dei servizi o chiudere interi piani. Questo con conseguenze pesanti sulla forza lavoro (si parla di interruzione dei contratti a tempo indeterminato, cassa integrazione...) e sui prezzi 2023, destinati ad essere ritoccati all’insù.
Le richieste
«Veniamo da un’estate caratterizzata da un buon numero di presenze, ma ogni soddisfazione viene vanificata dai rincari», è il commento di Alessandro Fantini, vicepresidente vicario di Federalberghi Brescia nonché titolare di un hotel in città. Con bollette triplicate e altri costi (si pensi alla lavanderia, agli alimentari, alla carta...) alle stelle «guardiamo al futuro con angoscia». Da qui l’appello dell’associazione al Governo: «Chiediamo aiuti come la sterilizzazione degli aumenti: venga fissato un tetto al prezzo del gas e dell’energia elettrica e venga riconosciuto un credito di imposta che compensi gli aumenti record sin qui registrati. Insistiamo anche sul diritto alla rateizzazione delle bollette, che oggi viene accordata dai gestori in base a criteri discrezionali, e sulla possibilità di far accedere alla cassa integrazione i dipendenti delle aziende che sospenderanno l’attività senza costi per i datori di lavoro».
In città, dove gli alberghi rimangono tendenzialmente aperti tutto l’anno, «possiamo solo sperare nel contenimento dei costi e cercare di risparmiare qualcosina senza però limitare la qualità del servizio». Svuotare interi piani può essere una strategia. Così come rinunciare alla ristorazione.
Laghi e montagna
Sui laghi molte strutture interromperanno la bella stagione con settimane d’anticipo, ossia prima che diventi necessario accendere il riscaldamento: «Chi tiene aperto è ammirevole perché, con spese del genere, è molto più conveniente chiudere - commenta Marco Merlo, presidente del consorzio Albergatori e Ristoratori di Sirmione -. È un peccato che le cose stiano andando così, con tutto quello che stiamo facendo per destagionalizzare le presenze e offrire più garanzie ai dipendenti. Tra gli operatori del settore si respira sconforto e rammarico: la domanda è alta, ma i rincari rendono la situazione insostenibile».
«C’è grande frustrazione - aggiunge Giovanni Caccamo, albergatore desenzanese nonché referente provinciale di Assohotel -. Da oltre due anni subiamo fenomeni più grandi di noi. Questi aumenti delle bollette, con picchi del 300%, sono incomprensibili, speculativi e vanno a nostro discapito: per ora non li abbiamo riversati sui clienti. Spero che il Governo intervenga, anche se credo sia già troppo tardi».In montagna preoccupa la stagione invernale il cui decollo, spiega Fantini, «è legato ai costi del riscaldamento, alla presenza di neve e ai prezzi degli impianti di risalita». Conferma i timori Graziano Pennacchio, amministratore delegato di Visit Brescia: «Prevedo prezzi all’insù per Natale e Capodanno». Titolare di un albergo a Temù, Pennacchio riferisce che quella 2022 «per la mia struttura è stata la miglior stagione di sempre. Con una anomalia, riscontrata anche dai colleghi: i 10 giorni attorno a Ferragosto sono stati da "sold out", ma non abbiamo avuto un eccesso significativo di domande».
Agriturismi
«La situazione è grave: abbiamo lavorato con i numeri del 2019, ma con costi lievitati - commenta Gianluigi Vimercati, titolare di un agriturismo in Franciacorta e referente lombardo del settore per Confagricoltura -. La mia bolletta dell’elettricità di luglio è schizzata da 1.800-2.400 ai 7.900 euro. Le nostre strutture consumano parecchio: dispongono di cantine e caseifici. Il Governo intervenga subito - è il suo appello - consentendoci di compensare l’Iva anziché versarla. Chi non ha riserve di liquidità si sta indebitando. Chi ha la possibilità investe nel fotovoltaico».
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