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Errori, contagi, cassa integrazione: Attilio Fontana fa il punto

Il governatore della Lombardia a Centocittà su Rai Radio 1: contro il coronavirus «abbiamo seguito i protocolli»
Il governatore della Lombardia, Attilio Fontana - Foto Ansa/Matteo Bazzi © www.giornaledibrescia.it
Il governatore della Lombardia, Attilio Fontana - Foto Ansa/Matteo Bazzi © www.giornaledibrescia.it
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«Aspetteremo quello che ci dicono i nostri esperti, i virologi e gli epidemiologi per capire l'andamento di questa curva che sta rallentando, ma molto molto adagio. Io ero convinto che rallentasse più velocemente, ma mi auguro che sia una questione di giorni». Lo ha detto il governatore lombardo Attilio Fontana a Centocittà su Rai Radio 1, rispondendo alla domanda se la Lombardia a maggio sarà in grado di partire con la Fase 2 dell'emergenza, alla luce del numero di contagi da Covid-19 ancora alto nella regione. «Mi auguro che presto si vedano ancora di più gli effetti benefici di questa chiusura perché probabilmente stiamo ancora vedendo le cose del periodo in cui eravamo semichiusi» ha detto Fontana. «Abbiamo fatto un periodo di discesa moderata - ha aggiunto - io sono convinto che presto inizierà una discesa più intensa, violenta e verticale e si interromperà il contagio».

«Io vorrei che mi facessero delle contestazioni specifiche sugli errori. Purtroppo noi abbiamo seguito i protocolli, abbiamo fatto tutte le scelte in accordo con l'Istituto superiore di Sanità - ha detto ancora il governatore della Lombardia in riferimento all’alto tasso di mortalità della regione -. Abbiamo dovuto ricorrere alla ospedalizzazione perché da noi la gente se non veniva ospedalizzata purtroppo non riusciva a sopravvivere. Quindi vorrei capire quali possono essere le contestazioni sugli errori commessi». 
«Il virus è stato particolarmente violento in Lombardia perché molto probabilmente stava circolando nel nostro territorio già da parecchi giorni (prima della scoperta del primo caso, ndr), come dicono gli esperti. Se no non si spiegherebbe una ondata di una violenza inaudita che non ha potuto in nessun modo essere controllata», ha aggiunto.

Un paziente in terapia intensiva - Foto Ansa/Giuseppe Lami © www.giornaledibrescia.it
Un paziente in terapia intensiva - Foto Ansa/Giuseppe Lami © www.giornaledibrescia.it

In Lombardia «abbiamo più che raddoppiato i ventilatori. Siamo partiti con 725 respiratori all'inizio della crisi e siamo arrivato a oltre 1600, quindi li abbiamo più che raddoppiati. Li abbiamo dati a tutti, ma è chiaro che è stato una sforzo immane ed è stata la prova del fatto che tanta gente avesse bisogno di un ventilatore, non è che lo concedessimo come uno sfizio. Lo facevamo perché se no la gente moriva» ha spiegato Fontana, commentando quanto detto dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, «qui mai dovuto scegliere su chi ricoverare».

Sul lockdown il governatore lombardo ha specificato: «Noi abbiamo cercato di essere più rigorosi possibile, abbiamo chiesto di poter tenere chiuso il maggior numero di negozi». L'ordinanza regionale firmata sabato, lo ricordiamo, permette la riapertura dei negozi per la vendita di articoli per neonati e bambini ma non quella di librerie e cartolerie.

«Purtroppo fa parte delle nostre abitudini, quando si entra in libreria, prendere in mano tanti libri, toccarli, aprirli, sfogliarli e poi magari rimetterli al loro posto, e questo può essere sicuramente un motivo di contagio notevole» ha detto Fontana motivando il no alla riapertura. Sui negozi per bambini, invece «abbiamo fatto una valutazione che ci è arrivata da un gruppo di mamme che stanno per partorire che ci hanno detto di non essere in grado di acquistare i beni di prima necessità per i nasciturì» ma «si tratta di un numero di persone molto limitato», ha concluso.

E poi il tema della cassa integrazione per i lavoratori, anticipata dalla Regione: «Abbiamo raggiunto un accordo che stiamo aspettando l'Abi formalizzi, in base al quale noi garantiamo alle banche il pagamento della cassa integrazione nel caso in cui per qualche ragione non dovesse pagare l'Inps», ovvero quando «magari c'è qualche persona che non ne aveva diritto o aveva diritto a quota inferiore. Noi diamo questa garanzia in modo che la banca possa pagare immediatamente e poi paghiamo eventualmente gli interessi nel caso di ritardo nell'erogazione da parte dell'Inps».

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