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Ecco i candidati bresciani M5s in lista, collegi sicuri ai fedelissimi

Le parlamentarie assegnano solo i plurinominali: Sorial primo alla Camera, Bonettini la capolista per il Senato
Giuseppe Conte, leader del M5s - Foto Ansa/Alessandro Di Meo © www.giornaledibrescia.it
Giuseppe Conte, leader del M5s - Foto Ansa/Alessandro Di Meo © www.giornaledibrescia.it
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Il Movimento 5 stelle ha aspettato che scattasse la mezz’ora dopo la mezzanotte per pubblicare l’esito delle parlamentarie e palesare l’elenco dei candidati nei collegi plurinominali di Camera e Senato. Un velo di mistero resta invece sui collegi uninominali, dove però - stando alle proiezioni dei sondaggi - è anche più difficile per gli attivisti spuntarla. E se il vincolo dei due mandati è rimasto intatto come segno distintivo del dna dei pentastellati, la «deroga» rispetto al passato è arrivata di fatto sulle pluricandidature. Con un punto fermo: alla fine - esattamente come negli altri partiti - l’unica parola che conta, quella decisiva sia sui nomi sia sulla geografia dei vari piazzamenti, è solo quella di Giuseppe Conte.

I profili

«Ci fanno firmare in bianco: hanno i risultati e non ce li comunicano» lamentavano giovedì pomeriggio i papabili. E, in effetti, l’annuncio è arrivato sul blog nel quale si precisa che Giuseppe Conte si riserva, sentito il garante, la valutazione di compatibilità con i valori e le politiche del Movimento, esprimendo parere vincolante e insindacabile, in qualunque fase dell’iter fino alla scadenza del termine per il deposito delle liste elettorali, tradotto: fino al 22. Non solo. «Il presidente si riserva di individuare i nominativi mancanti per il completamento delle liste, ove necessario».

I bresciani che correranno per la Camera sono due: il primo (per preferenze incassate nella nostra provincia e in lista) è Samuel Sorial - 30 anni, fratello dell’ex parlamentare Giorgio, alle spalle il tentativo della corsa alle Europee - è stato scelto da 225 attivisti. Segue, in terza posizione dopo la cremonese Teresa Tamborino, Amedeo (Andrea) Paccagnella, 56 anni di Padenghe che ha conquistato 150 voti. Per il Senato la capolista è Anna Maria Bonettini - 51 anni di Breno, biologa e al lavoro nella Comunità Montana di Valle Camonica - che, con 498 voti è la più preferenziata nel Bresciano. Seguono Maria Rosa Ghitti di Provaglio d’Iseo, attivista della prima ora (in lista in terza posizione con 406 voti, dopo Mtteo Della Noce) e il 55enne Giancarlo Baresi (quarto con 184 voti). Tommaso Sila, 49 anni consulente del lavoro, è per ora schierato come riservista ma, probabilmente, sarà incardinato in un collegio uninominale.

Curriculum al setaccio

Se il Movimento 5 stelle raggiungesse il 10%, avendo avuto cura di tagliare i parlamentari (400 alla Camera, 200 al Senato), quanti saranno effettivamente gli eletti? Sul recupero del maggioritario, con i collegi uninominali, non si può contare: al momento i sondaggi disponibili non attribuiscono in questo blocco di poltrone alcun seggio al partito di Conte, che nel 2018 ne aveva fatto manbassa. Se così fosse, il 10% si potrà applicare ai due terzi degli eletti, il che significa dunque che sarebbero 26, al massimo 28, i deputati pentastellati nella 19esima legislatura. In sostanza tutti i capilista (fedelissimi di Conte) e poco più.

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«I candidati alle parlamentarie interne sono l’espressione della democrazia diretta e della società civile del M5s. Chiunque sarà inserito nelle liste farà un ottimo lavoro e rappresenterà al meglio il territorio» scrivono gli attivisti. Nel frattempo, a Roma, l’analisi delle candidature sta andando per le lunghe anche per un’altra ragione. La spiega bene la domanda posta da un iscritto della nostra provincia e riferita in generale ai candidati che hanno alzato la mano: «Cosa garantisce che non diventeranno voltagabbana?». È questa anche la paura di Conte che, insieme a uno staff ristretto di cui fa parte anche l’ex capo politico, il senatore Vito Crimi, sta scandagliando da cima a fondo tutti i curricula. La caccia ai possibili infiltrati è iniziata dal giorno del deposito delle autocandidature e man mano si sta conducendo in modo certosino.

«Stiamo scandagliando Google, Facebook, social, di tutto» spiega una fonte parlamentare. L’obiettivo: scongiurare il rischio di ritrovarsi con delle «brutte sorprese» nelle liste, ma soprattutto in Aula, dove Conte non vuole che il gruppo perda i pezzi. Sotto la lente di ingrandimento ci sarebbero persone legate in qualche modo alla galassia di Luigi Di Maio: amici o, in alcuni casi, collaboratori dei parlamentari che insieme al titolare della Farnesina hanno abbandonato il Movimento per confluire in Impegno Civico.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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