Italia e Estero

Dalla Regione un milione e mezzo per rilanciare le discoteche

Palazzo Pirelli vara un sostegno alle sale da ballo dopo lo stop per il Covid: obiettivi sicurezza, legalità e formazione del personale
In pista. I locali da ballo hanno ripreso ad accogliere a capienza piena gli appassionati - Foto © www.giornaledibrescia.it
In pista. I locali da ballo hanno ripreso ad accogliere a capienza piena gli appassionati - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Semaforo verde in Regione per il provvedimento a sostegno del comparto dello spettacolo

Il via libera sugli «Interventi per la valorizzazione delle imprese di intrattenimento da ballo e istituzione del riconoscimento "Locale da ballo storico"» è arrivato ieri in Consiglio regionale (62 voti favorevoli e un astenuto) con l’approvazione della nuova legge con relatrice Claudia Carzeri (Forza Italia): la prima di questo tipo in Italia, in favore di discoteche e imprese di intrattenimento, tra le più duramente colpite a causa della crisi pandemica.

Gli obiettivi

Due gli assi portanti, ovvero sostegni economici alle imprese e garanzie «per un divertimento sano alle famiglie», che s’incardinano in quattro direttrici: la promozione e la diffusione della cultura del divertimento sicuro; l’attivazione di percorsi di formazione per il personale che lavora nel settore dell’intrattenimento; l’aggiornamento degli impianti, degli arredi e della dotazione tecnologica dei locali; lo sviluppo dell’attrattività del territorio lombardo nel settore turistico.

L’impianto intende garantire misure di sostegno, ricorrendo a fondi regionali e bandi ad hoc, ad un settore che, a causa delle reiterate chiusure durante l’emergenza Covid, ha di fatto azzerato il proprio fatturato con una perdita di posti di lavoro a livello nazionale di oltre tremila unità rispetto al 2019 e la chiusura, nella sola Lombardia, di 27 imprese. 

A cosa servono i fondi

Per realizzarle, il Pirellone stanzia un budget di 500mila euro per ogni anno nel triennio 2022-2024, ma sono previste anche risorse indirette: contributi a fondo perduto, agevolazioni per l’accesso al credito e in materia di tributi regionali, accordi con i Comuni per la riduzione di imposte locali, promozione delle strutture nei circuiti turistici. Si tratta, nello specifico, di azioni dirette a supportare il passaggio generazionale; migliorare le condizioni di sicurezza attraverso l’installazione di impianti di videosorveglianza, sistemi di illuminazione delle aree esterne e dei parcheggi e l’attivazione di servizi navetta per i clienti; rinnovare gli arredi e l’asset tecnologico, con un’attenzione particolare all’efficienza energetica e alla riduzione dell’inquinamento acustico.

Non solo: si punta ad incentivare la formazione del personale e a promuovere campagne per la diffusione della cultura del divertimento nel rispetto della legalità, in collaborazione con le istituzioni e le scuole.

Dulcis in fundo, arriva il riconoscimento delle imprese storiche, una sorta di «bollino» di qualità per quelle che operano nel settore da almeno 25 anni, e che rappresentano un frammento della memoria ed uno spaccato dell’identità collettiva, mediante la creazione di un apposito elenco (come già fatto per negozi, locali e botteghe storiche del territorio lombardo).

Le sale da ballo a Brescia

Sono una trentina, nella provincia bresciana, le sale da ballo tra piccolo-medie attività e maxi-discoteche con una capienza oltre le 800 persone (già di molto ridimensionate nell’era pre-Covid per via di un fenomeno che, negli ultimi decenni, ha riguardato l’intera categoria), che occupano complessivamente circa 2.500 addetti.

Il settore delle imprese da ballo e delle arti varie conta, a livello nazionale, più di 5.200 attività e la Lombardia è la regione che ne ospita il maggior numero, l’11,7% sul totale delle 2.743 imprese iscritte alla Camera di commercio. Il comparto muove un giro di affari annuo di oltre 7 miliardi di euro, di cui più del 30% generato dalle regioni del Nord Ovest, con un fatturato di 139.891 milioni di euro nella sola Lombardia. 

Prima della pandemia, l’occupazione nel settore contava oltre 50mila addetti, 7.500 dei quali in Lombardia, soprattutto giovani e con contratti a termine e stagionali (il 54%). La chiusura prolungata delle attività nel 2020 e 2021 a causa dell’emergenza Covid ha provocato una contrazione dei lavoratori dipendenti di oltre 3mila unità rispetto al 2019 (poco meno di 600 soltanto nella nostra regione), pari al 57,4% del totale.

L’attrazione del comparto vale tra il 5% e l’8% dell’indotto turistico: la maggior concentrazione in Lombardia si riscontra nella zona dei laghi, soprattutto il lago Maggiore e il lago di Garda, con un peso pari al 5-6% dell’indotto turistico, e nella città metropolitana di Milano, dove si aggira tra l’8 e 10%. 

Contro l'abusivismo

La legge regionale, pur nella sua valenza contingente, parte da lontano e nasce dall’esigenza di arginare il fenomeno dell’abusivismo. Obiettivo che è stato perseguito d’intesa con Confesercenti ed in particolare con Silb-Fipe, l’associazione di rappresentanza dei locali di intrattenimento. «Vogliamo tutelare - ha dichiarato la consigliera Carzeri - gli imprenditori seri e chi lavora nel settore del divertimento rispettando le regole, investe nella sicurezza dei propri locali, sostiene campagne di comunicazione contro l’abuso di alcolici, l’uso di sostanze stupefacenti e per la prevenzione degli incidenti stradali. Questa è una legge “etica”, nel senso che è rivolta alle imprese che sanno di avere una responsabilità sociale. È anche lo strumento per garantire un divertimento sicuro ai nostri giovani; un messaggio che mandiamo ai ragazzi e alle famiglie: divertirsi in modo sano si può e si deve».

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