Tecnologie quantistiche, la sfida è riuscire a creare a Brescia un polo nazionale

Marco Papetti
L’idea, che coinvolge i due atenei cittadini, è emersa nel convegno organizzato da Csmt e InnexHub
Il convegno sulle tecnologie quantistiche - © www.giornaledibrescia.it
Il convegno sulle tecnologie quantistiche - © www.giornaledibrescia.it
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Le tecnologie quantistiche sono tra noi. Tanto che si parla già di «seconda rivoluzione quantistica» e anche i numeri fotografano una crescita: secondo la società di consulenza McKinsey, il mercato globale delle tecnologie quantistiche ha raggiunto i 6,8 miliardi di dollari nel 2022 (potrebbero diventare 106 nel 2040) e nello stesso anno in Unione europea si è registrato il record di nuove aziende del settore.

Per fare il punto sugli investimenti nel nostro Paese, il Csmt e InnexHub hanno organizzato la tavola rotonda «Le tecnologie quantistiche in Italia»: tra i relatori, esperti e rappresentanti di aziende del settore quantistico, tra il pubblico ricercatori e imprese del territorio. D’altronde, ha spiegato il presidente di InnexHub Giancarlo Turati, «una delle missioni del Digital innovation hub è quella di promuovere tecnologie innovative e trasferirle alle imprese».

Seconda rivoluzione

A introdurre la seconda rivoluzione quantistica il direttore dell’Istituto nazionale di ottica del Centro nazionale delle ricerche (Cnr) Francesco Saverio Cataliotti: «La tecnologia intorno a noi è già quantistica: cellulari, supercomputer, laser. Ma in questi casi si utilizza il singolo quanto, mentre ora sappiamo usarne più assieme: si riesce a manipolare in maniera completamente nuova l’informazione».

I computer sono l’applicazione più nota: «Il computer quantistico è capace di simulare qualunque sistema quantistico - ha spiegato Simone De Liberato, professore all'Università di Southampton e Primo ricercatore al Cnr-Ifn -. È fatto manipolando ioni, atomi, piccole stringhe che vibrano: lo si può costruire con qualunque substrato. Sue applicazioni sono per esempio trovare superconduttori o numeri molto difficili».

Oltre al computing e ai simulatori, del mondo quantistico fanno parte anche i sensori e la comunicazione, applicazioni di cui si occupano le aziende intervenute: Pasqal, che produce computer quantistici, Unitary Fund, Qti, attiva nelle comunicazioni, e Leonardo, che da qualche anno investe in queste tecnologie, anche con attività di ricerca interna.

La Cittadella

Focus dell’incontro era però anche Brescia, con la Cittadella dell’innovazione sostenibile all’orizzonte: «Il gruppo che ho coordinato - ha spiegato Giancarlo Gaimari, già coordinatore del tavolo internazionalizzazione del progetto Cittadella -, ha fatto un’analisi degli asset del bresciano su cui puntare: uno di questi è risultato essere un insieme di attività dei due atenei di Brescia sulle tecnologie quantistiche».

«I nuovi lavori - ha detto il professore di campi elettromagnetici e fotonica all’UniBs Costantino De Angelis – saranno fortemente condizionati dall’IA e dalle quantum technologies. Il tessuto produttivo di questa città ci stupirà nel saper cogliere la rivoluzione». Per la Cattolica Claudio Giannetti, professore di fisica della materia condensata: «La sfida è capire se si riesce a creare un polo che coinvolga gli atenei bresciani, il Cnr e il Csnt. Il messaggio è di cogliere l’opportunità».

Opportunità che in Italia assume anche la fisionomia del Pnrr: «Per il periodo 2023-25 ha messo a terra 200 milioni di euro - ha ricordato il direttore dell’Ino Cataliotti - A breve avremo un set di bandi dedicati alle aziende. C’è un programma del Ministero dell’università e di quello delle imprese per spostarsi dalla ricerca fondamentale alla tecnologia a disposizione delle aziende».

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