Scorie bianche come risorsa per una filiera dell’acciaio più green

Duferco Travi e Profilati guida il progetto che mira a usare gli scarti di lavorazione per nuovi materiali e impianti pilota
L'accaieria Duferco Travi e Profilati - © www.giornaledibrescia.it
L'accaieria Duferco Travi e Profilati - © www.giornaledibrescia.it
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Nel cuore della Lombardia prende forma una delle più avanzate sperimentazioni italiane nel campo della siderurgia sostenibile.

La filiera, che rientra nell’iniziativa promossa da Regione Lombardia e che vede come capofila Duferco Travi e Profilati di San Zeno, si pone lo specifico obiettivo di dare nuova vita agli scarti di lavorazione del processo di produzione dell’acciaio, concentrandosi in modo specifico sulla scoria bianca, povera di ossidi di ferro ma con un alto contenuto di ossido di calcio.

Con oltre 30 soggetti coinvolti, tra imprese, università e centri di ricerca (il ruolo di animatore è svolto dalla società di finanza agevolata Ibs Consulting), il progetto interessa un’area ad alta densità industriale, con Brescia centrale per ruolo produttivo, in quanto uno dei principali poli siderurgici nazionali e capacità di innovazione.

La strategia

La strategia adottata dalla filiera si discosta dal tradizionale modello lineare per approdare a un approccio sistemico, dove i residui del processo siderurgico vengono valorizzati come materiali secondari.

In fase di test avanzata sono applicazioni in diversi ambiti: dalla produzione di calcestruzzi e cementi a basso impatto ambientale all’impiego nei conglomerati stradali, fino all’utilizzo in materiali compositi polimerici e tecnologie per la depurazione delle acque e la cattura di CO2. L’alto contenuto di ossido di calcio e silice nelle scorie le rende adatte a molteplici impieghi, riducendo al contempo la quota destinata alla discarica.

Dal punto di vista tecnologico la filiera investe in soluzioni digitali avanzate: blockchain per la tracciabilità dei materiali, sistemi predittivi per il monitoraggio dei processi e intelligenza artificiale per l’ottimizzazione dei flussi. Il dato diventa così asset strategico, abilitando modelli di business data-driven e migliorando le performance ambientali dell’intera catena produttiva.

Ecosistema

In questo contesto Duferco si configura non solo come capofila industriale ma come soggetto catalizzatore di un ecosistema più ampio, in cui la formazione tecnica, l’adeguamento normativo e la condivisione delle conoscenze rivestono un ruolo determinante. Con il supporto di università, aziende e associazioni industriali, il progetto prevede percorsi formativi mirati e la definizione di linee guida tecniche, finalizzate a garantire la replicabilità del modello.

Gli investimenti mobilitati superano i 20 milioni di euro, distribuiti su ricerca applicata, creazione di impianti pilota, digitalizzazione e percorsi di aggiornamento professionale. Le proiezioni indicano quindi una potenziale riduzione delle emissioni di CO2 fino al 30%, con l’obiettivo anche di introdurre sul mercato nuovi materiali certificati per l’edilizia e l’ingegneria ambientale.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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