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Roberta Niboli: digitalizzare non è più un optional

Dal primo sistema di controllo Stain nel 2002 all’impero che fa perno su Vobarno
Roberta Niboli - Foto Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
Roberta Niboli - Foto Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
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Innovare non sarà certo semplice ma è sempre più chiaro come ormai non sia più solo una questione di scelta ma un obbligo, una questione di vita o di morte. Lo sanno bene nel gruppo Silmar, il colosso fondato dallo scomparso Silvestro Niboli e leader internazionale nei settori del riscaldamento (Fondital), dell'alluminio (Raffmetal) e dell'idrotermosanitario (Valsir).

«Nel 2002 abbiamo installato il primo sistema di controllo dei dati di produzione grazie all'appoggio della Stain - racconta Roberta Niboli, amministratore delegato della Raffmetal e membro della famiglia cui fa capo il gruppo. Da allora abbiamo esteso questa rete a tutte le aziende del gruppo, perché la digitalizzazione non è solo utile per abbattere i costi ma è l'unica via per competere nel panorama competitivo mondiale».

Come a dire, in altre parole, che la digitalizzazione non è un optional, che non è solo questione di margini (che restano importanti) ma che è questione, per così dire, di esserci o meno sul mercato. Alla lunga diventa un problema di sopravvivenza. Ma la forza del gruppo Silmar (904 milioni di euro il fatturato consolidato e più di 2.900 dipendenti nel 2017) non sta solo negli investimenti in tecnologie, sebbene i 51 milioni di euro stanziati l'anno scorso lascino poco spazio alle interpretazioni.

«Abbiamo sempre messo al centro le persone perché non ci sono nè sostenibilità nè innovazione senza le competenze», conferma Roberta Niboli, conscia che i dati e le informazioni non servono a nulla se non c'è qualcuno capace di immagazzinarli, analizzarli ed utilizzarli. Ecco qui inserirsi l'altro fondamentale tassello del successo targato Silmar, nome frutto dell'unione tra i nomi del fondatore e quello di sua moglie Margherita che dal 2017 ha sostituito il precedente Fondital: dove si vuole cambiare e migliorarsi è necessario studiare, capire. Perché il mondo va veloce e bisogna stare al suo passo, in alcuni casi anche anticiparlo.

Questa è stata la lezione di Silvestro Niboli, capace di creare un impero di respiro internazionale ma con i piedi sempre ben saldi in Val Sabbia. Vobarno rimane infatti l'epicentro di un gruppo che però può vantare altri 25 stabilimenti sparsi in diversi Paesi (siti produttivi in Russia, Romania, Polonia, Ucraina e Portogallo). Sono invece più di 100 le nazioni dove vengono esportati i prodotti di Fondital, Raffmetal e Valsir (più di 8 mila clienti). Il primo storico marchio è quello che fin dal 1963 caratterizza l'attività targata Niboli: numero uno nel mondo nella produzione di radiatori in alluminio, Fondital si è conquistata anche la palma di leader globale per i sistemi di riscaldamento.

Con Raffmetal si entra invece nel mondo dell'alluminio e della produzione di leghe allo stato liquido e in pani. A Vestone c’è invece il quartier generale della Valsir, società attiva nell’idrotermosanitario e che si caratterizza per un forte presenza internazionale: tante infatti le partnership commerciali e le joint venture con aziende dei tre continenti Europa, Asia e Africa.

 

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