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Pubblica amministrazione, 7 miliardi per innovare con vista sull'identità digitale unica

La spinta alla digitalizzazione, anche grazie al Pnrr, è cresciuta nel 2022. Focus su cybersecurity, cloud e pagamenti digitali
Pubblica amministrazione digitale - © www.giornaledibrescia.it
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Cybersecurity, cloud, piattaforme dati, servizi e pagamenti online. Non più il futuro ma il presente della Pubblica amministrazione italiana che accelera su sfide non più rimandabili.

Cresce infatti la spesa per la digitalizzazione che nel 2022 è andata oltre i sette miliardi di euro, con un aumento del 5,8% rispetto al 2021 e prospettive di crescita nel prossimo triennio anche grazie all'impulso proveniente dai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Nelle direttrici di questa trasformazione, che l'esperienza della pandemia da Covid-19 e del lockdown ha reso ancora più urgente, rientra anche la sanità pubblica territoriale, dalla cartella clinica elettronica alla telemedicina, dove si assiste a un incremento significativo dei progetti, anche se gli investimenti su tecnologie innovative data-driven risultano ancora limitati.

A fare il punto sullo stato dell'arte sono due report pubblicati dall'Agenzia per l'Italia Digitale che evidenziano un aumento e un miglioramento dell'indice di digitalizzazione complessivo delle P.a, con piattaforme e infrastrutture a guidare la classifica delle voci di spesa, rispettivamente con il 49% e il 20% del totale. Seguono poi i servizi al 14%, i dati (8%), la sicurezza informatica (4%), la governance (3%) e l'interoperabilità (2%).

Le dichiarazioni

Gli investimenti crescenti in Ict, tecnologie dell'informazione e della comunicazione, «rappresentano il motore trainante dell'innovazione, dell'efficienza e della trasformazione digitale» ha detto il sottosegretario con delega all'Innovazione tecnologica Alessio Butti.

«Stiamo lavorando - ha proseguito -, per promuovere un ambiente favorevole all'innovazione tecnologica, investendo nelle infrastrutture digitali per garantire una connettività rapida e affidabile su tutto il territorio nazionale». Pienamente diffuso l'uso del cloud, a cui ricorre il 100% delle Pa locali, il 95% delle Regioni e Province autonome e l'89% delle Pa centrali. Tra i cittadini, invece, continua l'abbandono di «nome utente e password» per l'accesso ai servizi online a favore delle identità digitali Spid, Cie e Cns.

Un contesto «in continua evoluzione» è invece la sanità pubblica territoriale che presenta, spiega l'Agenzia, «elementi e situazioni molto variegate, spesso caratterizzate da casi di eccellenza e vivacità progettuale». Tra i più importanti ambiti di investimento c'è la telemedicina i cui progetti sono destinati ad aumentare e questo, inevitabilmente, comporterà nuove sfide: ammodernare ed estendere i sistemi, procedere alla migrazione verso il cloud, rinnovare reti e infrastrutture abilitanti i servizi di assistenza e monitoraggio a distanza. 

I futuro della Pa digitale non potrà poi non passare da un rafforzamento della cybersecurity per contrastare gli attacchi, sempre più frequenti, della pirateria informatica. Ma un ruolo ancora più centrale lo avranno i cittadini, destinatari ultimi di servizi in evoluzione, dai sistemi di autenticazione ai pagamenti online. L'obiettivo resta quello di arrivare all'identità digitale nazionale unica, propedeutica all'evoluzione verso il portafoglio elettronico.

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