Marte ancora lontano nonostante Elon Musk: la lezione di Parmitano

Certe idee, anche per il solo fatto di essere immaginate, lasciano a bocca aperta. Alcune volte, più rare, è invece il rimanere con i piedi per terra che stupisce profondamente. Qualche giorno fa l’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea Luca Parmitano, dinanzi a studenti delle superiori e di Ingegneria aerospaziale della Sapienza di Roma, ha parlato di quali siano al momento le possibilità che l’uomo vada su Marte. Spoiler: ora come ora sono bassissime.

Il grande sogno di Elon Musk si scontra infatti con limiti tecnologici, in primis la propulsione dei razzi che dovrebbe essere «atomici o al plasma» a detta di Parmitano. Ci sono poi questioni legate alle tempistiche di percorrenza, alla quantità di radiazioni alle quali sarebbero esposti i viaggiatori, al deterioramento fisico di muscoli e soprattutto ossa degli stessi. E l’elenco dell’astronauta, che nello Spazio ci è stato davvero (è stato anche al comando della Stazione spaziale internazionale), non si è fermato qui.

Ciò ci insegna che l’uomo è in continua lotta tra i suoi sogni e le possibilità concesse dalla natura, con tanti altri ambiti del sapere e della scienza che potrebbero in questo senso essere presi ad esempio. Si pensi alla fusione nucleare come fonte energetica, che non sarà realizzabile prima di 50 anni.

Eppure si sa, le Colonne d’Ercole sono state pensate dagli uomini per essere superate, e anche Marte un giorno sarà più vicino. Questi progressi però non possono prescindere da una dimensione che nei sogni ultra-umani di persone come Musk sembra secondaria. La centralità delle persone, dei loro bisogni contingenti e delle loro difficoltà quotidiane. La Stazione spaziale tanto cara a Parmitano lo insegna: poche donne e pochi uomini vivono e lavorano in condizioni estreme con un solo scopo. Migliorare la vita di tutti, non di pochi.