Gruppo Gatti guida la filiera lombarda per l’edilizia «circolare»

Il progetto coinvolge anche Università degli Studi di Brescia, Eseb e Ibs Consulting. Focus su riciclo, nuovi materiali, formazione e digitale
Un cantiere - © www.giornaledibrescia.it
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In Lombardia, dove l’edilizia rappresenta il 16% del tessuto produttivo regionale e contribuisce per oltre il 17% alla filiera nazionale, prende forma una filiera industriale integrata per il recupero e la valorizzazione dei rifiuti da costruzione e demolizione (C&D).

L’obiettivo è quello di trasformare scarti edilizi in risorse per nuove opere. Il progetto di filiera, promosso da un’ampia rete di 39 partner tra imprese, centri di ricerca, università e associazioni di categoria e che vede la società di finanza agevolata Ibs Consulting nel ruolo di animatore, punta a costruire un modello replicabile di economia circolare applicata al comparto edilizio.

Capofila dell’iniziativa è il Gruppo Gatti di Lograto, affiancato da imprese specializzate nella produzione di calcestruzzo e materiali da costruzione, aziende tecnologiche, gestori di impianti di recupero e associazioni come Ance. Coinvolti anche atenei lombardi, tra cui l’Università degli Studi di Brescia, ed enti di formazione come Eseb, la scuola edile con sede in città.

Obiettivi

L’obiettivo operativo del progetto è duplice: ridurre il conferimento in discarica dei materiali C&D e reintrodurre aggregati riciclati nella produzione edilizia, garantendo qualità e tracciabilità.

Si articola in sei linee di intervento. La prima riguarda la separazione selettiva: l’uso di impianti a tecnologia avanzata permette di dividere in modo efficiente le diverse componenti (calcestruzzo, laterizi, metalli, plastica, legno) in ingresso, elevando la purezza delle frazioni recuperabili. I materiali così selezionati sono poi sottoposti a caratterizzazione tecnica e certificazione, con test secondo norme Uni En per verificarne proprietà fisiche e meccaniche. Un’area chiave, la terza, è quella legata alla formulazione di nuove miscele di calcestruzzo, che integrano percentuali di aggregati riciclati mantenendo le performance strutturali richieste. In parallelo, si esplorano applicazioni alternative per i materiali secondari, come l’impiego dei laterizi frantumati in malte tecniche, intonaci o prefabbricati non portanti.

Un’ulteriore direttrice è la digitalizzazione della filiera: ogni fase del ciclo sarà tracciata tramite soluzioni digitali, con sistemi di monitoraggio e rendicontazione che aumentano trasparenza, efficienza e misurabilità dell’impatto ambientale. Sul fronte delle competenze, il progetto prevede infine attività di formazione tecnica per operatori e progettisti e azioni di divulgazione rivolte alla cittadinanza. Dal punto di vista economico, la filiera si propone come leva di sviluppo per il territorio, grazie alla riduzione della dipendenza da materie prime vergini e alla generazione di nuova occupazione qualificata.

Secondo le prime stime, il sistema potrà gestire ogni anno diverse centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti da C&D, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi del Green Deal europeo e del Piano d’Azione nazionale per l’economia circolare.

Supporto

La presenza di partner come Ibs Consulting, incaricata di supportare l’accesso ai fondi e il coordinamento tra soggetti coinvolti, rafforza il carattere sistemico dell’iniziativa. L’ambizione dichiarata è costruire un modello operativo scalabile e trasferibile ad altri territori, anche attraverso la standardizzazione dei processi.

Non si tratta solo di un’operazione ambientale, ma di un cambio di paradigma industriale, con implicazioni dirette sull’organizzazione delle imprese, sulla gestione degli appalti e sulla progettazione edilizia. In un contesto normativo in evoluzione, e con l’entrata in vigore di criteri ambientali minimi sempre più stringenti, la filiera lombarda punta a farsi trovare pronta.

L’economia circolare, in questo scenario, non è solo una dichiarazione di principio, ma una pratica concreta che passa dalla messa a sistema di competenze, impianti, know-how e investimenti.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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