Garda

Mafia: confisca definitiva da 6,5 milioni a residente di Lonato

È l'imprenditore Rosario Marchese, considerato «contiguo» ai clan di Gela: ora allo Stato case, auto, conti, società e un quadro del valore
Dia (immagine simbolica) © www.giornaledibrescia.it
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La Dia ha dato esecuzione a un provvedimento di confisca definitiva di beni emesso dal Tribunale di Caltanissetta, nei confronti di Rosario Marchese, professionista e imprenditore originario di Caltagirone (Ct) e residente a Lonato, attualmente detenuto per reati di associazione a delinquere e associazione di tipo mafioso presso il carcere «Marassi» di Genova. L'imprenditore è considerato «contiguo» ai clan mafiosi di Gela operanti nella provincia di Caltanissetta e con ramificazioni in tutta Italia.

Già nel luglio 2020 era stata disposta la confisca per un totale di 15 milioni di euro, sulla scia di un primo sequestro datato 2019: ora il provvedimento è divenuto definitivo per un volume inferiore a quello originariamente richiesto dagli inquirenti, pari a 6,5 milioni, secondo quanto reso noto dalla stessa Dia di Caltanissetta.

Gli accertamenti avviati nel 2018 e gli ulteriori riscontri effettuati, hanno consentito di mettere in evidenza l'incremento di ricchezza dell'imprenditore, ritenuto complessivamente «anomalo» rispetto alla dichiarata posizione reddituale, risultata sproporzionata anche in rapporto all'elevato tenore di vita, al consistente patrimonio immobiliare e, soprattutto, alla sua ascesa imprenditoriale, con la costituzione nel nord Italia di numerose società operanti in molteplici settori commerciali risultate tutte direttamente o indirettamente a lui riconducibili.

La confisca definitiva ha interessato beni ubicati nelle province di Bergamo, Brescia, Caltanissetta, Milano, Roma, Torino e Verona e riguardano 2 ditte individuali (e rispettivi beni strumentali), 10 società (interi capitali sociali e rispettivi beni strumentali), 1 quota societaria pari al 60% del capitale sociale, 1 opera pittorica di elevatissimo valore storico e artistico risalente al XVII secolo del noto maestro fiammingo Jacob Joardaens raffigurante «Flora, Sileno e Zefiro» (acquistato per una cifra ingente tre anni fa), 5 fabbricati a Lonato, 4 autoveicoli e 32 rapporti bancari, postali e assicurativi.

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