Garda

Incidente Greta e Umberto: chiesti 6 anni e mezzo per chi guidava

La requisitoria e le richieste della pm Maria Cristina Bonomo: per Christian Teismann chiesti 4 anni e due mesi
  • L'ingresso dei familiari delle vittime in tribunale a Brescia
    L'ingresso dei familiari delle vittime in tribunale a Brescia
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  • Lo striscione dei familiari delle vittime fuori dal tribunale di Brescia - Foto Gabriele Strada/New Eden Group © www.giornaledibrescia.it
    L'ingresso dei familiari delle vittime in tribunale a Brescia
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Nuova udienza in tribunale a Brescia per la morte di Greta Nedrotti, 25 anni, e Umberto Garzarella, 37, vittime dell'incidente nautico nel golfo di Salò del 19 giugno 2021. La pm Maria Cristina Bonomo ha chiesto la condanna a 6 anni e sei mesi di reclusione per Patrick Kassen, il tedesco che era alla guida del motoscafo, mentre ha chiesto 4 anni e due mesi per Christian Teismann, il proprietario del Riva Aquarama. Oggi in aula è presente Kassen, mentre non c'è Christian Teismann: entrambi sono accusati di omicidio colposo, omissione di soccorso e naufragio.

Prima dell'inizio dell'udienza, Enzo Garzarella ha riposto nelle mani della moglie di Kassen la foto di suo figlio Umberto. In una seconda piccola busta bianca, ha consegnato un'altra copia della foto per la moglie di Teismann.

L'udienza, minuto per minuto

Non essendo possibile fare foto e video o registrare audio in aula, vi raccontiamo l'udienza in tempo reale con diretta testuale.

Avviso per i lettori: I virgolettati che seguono sono fedeli alle dichiarazioni e precisamente riportati, ma non sono per forza testuali, perché raccolti e pubblicati in tempo reale. I lanci sono proposti in ordine dal più recente al più risalente.

Ore 12.40 - La richiesta del pm Maria Cristina Bonomo

La richiesta di condanna è di 6 anni e sei mesi di reclusione per Patrick Kassen, il tedesco che era alla guida del motoscafo, mentre ha chiesto 4 anni e due mesi per Christian Teismann, il proprietario.

Ore 11.50 - La requisitoria del pm Maria Cristina Bonomo

«Nessuno avrebbe potuto scambiare l’impatto con altro che non fosse una barca. Solo con una lettura partigiana ed intellettualmente disonesta si può ignorare che la luce del gozzo fosse visibile e si può negare la velocità con la quale il motoscafo Riva travolge la barca. Non serve un grande sforzo per percepire la violenza, la forza distruttiva del Riva. Come ha potuto non vedere? Solo una totale assenza di lucidità del pilota Patrick Kassen lo ha reso possibile.

Entrambi gli imputati hanno trascorso il pomeriggio del 19 giugno a bere, mentre guardavano la Mille Miglia sul lungolago di Salò. Lo testimonia più di una persona: non hanno mai mollato il bicchiere per tutto il tempo e avevano un andamento barcollante. E queste sono solo le ore precedenti all'impatto. Più testimoni, compreso il cameriere del ristorante in cui hanno cenato, hanno confermato il loro stato alterato.

Anche la signora (un'infermiera) al rimessaggio Arcangeli di Salò, che ha assistito all'ormeggio del Riva, conferma che Kassen era ubriaco. Lo mostra anche questo video (mostra le immagini delle telecamere in aula, ndr) in cui l'imputato non riesce a mentenere l'equilibrio, anche una volta sceso dalla barca.

Teismann è stato imprudente ad affidare una potentissima imbarcazione a un uomo in palese stato di ubriachezza, che ha superato di almeno tre volte il limite di velocità notturno, mentre lui sonnecchiava. La sua negligenza lo ha portato anche a non fare nessuna verifica, neanche dopo essersi accorto di avere uno squarcio nel motoscafo: hanno scelto di non avvisare le autorità e sono andati a bere. Se i testimoni a riva hanno sentito un boato tremendo, com'è possibile che gli imputati a bordo del potente motoscafo non abbiano sentito nessun rumore sospetto?

E cosa dire della presunta sosta, in cui i due avrebbero controllato cosa c'era dietro di loro? Kassen prima ha dichiarato di non essersi fermato, ma di aver solo rallentato. Gli stessi testimoni oculari hanno dichiarato che non c'è stato nessun arresto. Inoltre, c'è un video di un'altra abitazione che dimostra che non c'è stata nessuna sosta (proietta le immagini delle telecamere in aula, ndr). Da queste riprese è anche evidente che, per qualche secondo prima dell'impatto, le luci di ormeggio del Riva hanno illuminato il gozzo di Garzarella.

I punti diversi di collisione sono dovuti a una diversa base di calcolo ed è stato detto che il margine d'errore del Gps è inaccettabile. Il capitano Ragadale (Guardia Costiera) ha spiegato che la prima notazione depositata a cinque giorni dall'incidente si è limitata in un primo momento a analizzare il video dell'ingresso della villa, ma poi il calcolo è stato rifatto sulla base di altre immagini delle telecamere della stessa casa, posizionate in punti diversi. Questa triangolazione ha usato punti di riferimento fissi e la velocità del Riva riscontrata è di 19 km/h.

Secondo le rilevazioni dei consulenti della difesa (ing. Gronda), il motoscafo sarebbe stato in grado di percorrere 8 chilometri in due minuti (tra le 22.52 e le 22.54, orario di partenza dal ristorante Il sogno di San Felice del Benaco). Lui stesso, nella sua relazione, ribadisce che le rilevazioni da un file in formato .kml non siano affidabili. La distanza tra il punto di una presunta sosta e l'impatto è di almeno 800 metri e Kassen stesso dice di aver messo il motore in folle dopo qualche secondo: calcoli alla mano, le ricostruzioni sulla sosta di controllo sono a dir poco fantasiose.

Le luci del motoscafo non erano omologate e accese in modo scorretto: se anche Greta e Umberto fossero stati di vedetta, non avrebbero potuto vedere altro che due abbaglianti fasci luminosi. Secondo la difesa, le persone offese avrebbero dovuto manovrare la loro barca per evitare l'impatto, ma la situazione che si è verificata non è riconducibile alla regola 15 del codice di navigazione citata dalla difesa, ma alla 13b. I due non hanno infranto nessuna regola».

Ore 11.24 - Il legale della famiglia Nedrotti, avv. Caterina Braga

L'avvocato Caterina Braga chiede di depositare una memoria della famiglia offesa dal reato, i legali della difesa si oppongono perché non sono più parti in causa nel processo. Il giudice dichiara non acquisibile il documento.

Ore 11.15 - Cambio aula

Per permettere al dibattimento di proseguire senza rischio di assembramenti, dato il numero elevato di persone presenti, il giudice dispone il trasferimento dell'udienza in un'aula più grande.

Ore 10.15 - Testimonia il consulente Verzeletti

Torna al banco il testimone Andrea Verzeletti, consulente dell'accusa e medico legale, risentito su richiesta del pm Bonomo. Il tema è il principio di Widmark: Verzeletti sottolinea la variabilità cinetica dell'acquisizione di alcol etilico e sottolinea i numerosi fattori di variabilità, per cui la conclusione è - a suo dire - che non sia possibile trarre conclusioni certe. Scheda dei soccorritori del 118 alla mano (quelli intervenuti al bar dell'hotel Commercio di Salò, dopo l'incidente) si ricostruiscono le condizioni di Kassen: «alitosi alcolica, epistassi (perdita di sangue dal naso)».

Riguardo alla ripetizione delle analisi del sangue fatte su Kassen nei giorni successivi all'incidente. «I prelievi sull'imputato Kassen sono stati fatti il 20 giugno e i campioni sono arrivati in laboratorio il giorno seguente. Il referto, negativo, è stato trasmesso il 22 giugno ai carabinieri di Salò. Il 23 giugno un operatore si è accorto che lo strumento d'analisi era rimasto in stand-by e questo ha portato a evidenziare un errore: abbiamo dunque isolato e rianalizzato i campioni di Kassen. Al secondo esame, sono risultati positivi. Allora ho dato indicazione di ripartire da zero, fare nuovi prelievi e nuove analisi: la positività alla presenza di alcol del sangue è stata confermata (concentrazione 0,29 g/L)»

Ore 10.05 - La revoca di parte civile

L'avvocato Frau, che rappresenta la Comunità del Garda, consegna nelle mani del giudice Mauroernesto Macca la revoca di costituzione a parte civile. È stato trovato l'accordo per il risarcimento.

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