A Manerba, un progetto «per distogliere i giovani dal cellulare»

Chi l’avrebbe detto che quei ragazzi che, adolescenti, si trovavano all’oratorio, sarebbero diventati un’associazione, con l’obiettivo di fare qualcosa per loro stessi, ma soprattutto per altri giovani? Si sono dati il nome di «Meraki», che in greco significa mettere cuore, anima e amore in ciò che si fa. E a sentire l’entusiasmo con cui la presidente Nicole Moro racconta della nuova avventura, la scelta del termine è stata quanto mai azzeccata.

Meraki è un’associazione nata appena l’anno scorso, con la finalità di «offrire l’opportunità ai ragazzi di avere qualcosa di interessante da fare, che non fosse stare tutto il giorno con il telefono in mano - spiega Nicole -. Dare loro una motivazione, creare occasioni, suscitare interesse». Così in questo tempo hanno organizzato una serie di eventi: la corsa colorata, per esempio, ma anche tornei sportivi. Proprio da lì hanno iniziato a raccogliere nuove leve, una decina di giovanissimi attorno ai sedici anni, che hanno voluto «cominciare a fare i Meraki».

Oltre agli eventi «in proprio», il sodalizio, dacché è nato, è una spalla affidabile per il Comune e per la Pro Loco, ma è diventato pure un punto di riferimento per altre associazioni, anche esterne al paese, come il Wwf, che a Meraki si è rivolta per raccogliere fondi per realizzare oasi naturali all’interno degli ospedali pediatrici.

I ragazzi

Venticinque i ragazzi under 30 tesserati al sodalizio, il cui legame si è rinsaldato adesso dagli anni dell’adolescenza trascorsa insieme all’oratorio: «Ci siamo ritrovati un paio di anni fa e abbiamo cominciato organizzando per noi una "cena con delitto": ci è piaciuto - continua Nicole - e abbiamo pensato più in grande».

La prossima iniziativa in programma è... un bel progetto sul lungo periodo: «L’idea è di una ragazza, Lucia, che da poco si è unita a noi: realizzare un giornalino tutto scritto dai ragazzi, con contributi sulle loro passioni. Ragazzi di tutta la provincia: chiunque potrà partecipare, magari con l’appoggio anche delle scuole e dei loro docenti». I Meraki si stanno organizzando, si tornerà presto a parlare di loro.

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