Economia

Vigna sostiene la neutralità tecnologica: «Avanti con tre motorizzazioni»

Il ceo di Ferrari, durante l’assemblea di Confindustria Brescia, difende la neutralità tecnologica: «E penso che l’uomo nei rapporti con l’AI sia centrale»
Il ceo di Ferrari, Benedetto Vigna - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
Il ceo di Ferrari, Benedetto Vigna - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
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Lungo una strada, sia essa reale o virtuale, chiunque ha bisogno di indicazioni, anche gli imprenditori. «Sapere dove andare è però una cosa, il come andarci un’altra». Benedetto Vigna, ceo di Ferrari, durante l’assemblea di Confindustria Brescia che ha eletto Paolo Streparava nuovo presidente, non ci gira attorno e sulla decisione della Commissione europea di imporre dal 2035 lo stop ai veicoli a benzina e Diesel entra diretto, sostenendo senza se e senza ma la neutralità tecnologica. «Anche la mia esperienza professionale passata (nel mondo dei semiconduttori con STMicroelectronics ndr) mi ha insegnato che è impossibile che una sola tecnologia si imponga – ha affermato incalzato dalle domande del giornalista Nicola Porro –. Ecco perché come Ferrari abbiamo deciso di andare avanti con tre motorizzazioni, benzina, ibrida ed elettrico. E questa è stata la decisione più facile che potessimo prendere».

Innovazione

Le parole di Vigna sono una manna dal cielo per gli imprenditori bresciani in platea, «molti dei quali sono nostri fornitori» ha ricordato il manager citando anche per nome l’amico Marco Bonometti, patron di Omr. «Purtroppo però c’è un problema nel nostro Paese, diverse aziende qui non sono innamorate dell’innovazione come invece avviene in altre parti del mondo». Eppure l’innovazione, soprattutto quella tecnologica, è fondamentale, critica verrebbe da dire, in particolar modo nell’era dell’intelligenza artificiale. «Come Italia abbiamo però il vantaggio di vivere in un territorio piccolo dove le idee, grazie alla contaminazione, è più facile che vengano fuori – ha rimarcato il manager, laureato in Fisica –. A ciò si aggiunge un retaggio culturale umanistico che sarà sempre più importante e una voglia di fare unica, come dimostra la provincia bresciana».

Fondamentale quindi che un’azienda si muova non come una monade ma come componente di un sistema. «In questo orizzonte serve però un management che permetta di fare e di pensare anche fuori dagli schemi – ha aggiunto –. Lavorare come una startup per una grande impresa non è sempre facile, soprattutto se non c’è qualcuno che permette dal di dentro di guardare fuori». Il tutto mantenendo ben saldi i piedi, o le «quattro ruote» secondo il suo linguaggio motoristico, con la capacità «di sapere guardare in alto ma al contempo di sapersi abbassare quando necessario», stando alla «teoria dell’elicottero» enunciata dal manager potentino.

Lucido ed eclettico allo stesso tempo, Vigna è tornato poi, quasi a chiuder un cerchio, sull’AI, «alla quale dobbiamo demandare processi rapidi e ripetitivi, mentre il vero apprendimento va lasciato agli uomini» Distinguere quindi machine learning (la tecnologia) e learning machine (l’uomo), con la ferma convinzione che ragione ed emozione concorrono a formare l’impresa. In pieno stile Ferrari.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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