L’ipotesi: rinviare lo stop dei diesel Euro 5 nel dl infrastrutture

Non è un urlare al vento senza avere già sondato il terreno, quello della Lombardia guidata da Attilio Fontana. Giorgio Maione ha infatti già avviato le prime interlocuzioni a livello nazionale, a partire dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, dal quale l’assessore regionale ha incassato una preliminare disponibilità a dribblare il divieto che imporrebbe lo stop alla circolazione dei diesel Euro 5 a partire dal 1° ottobre.
La telefonata
«Ho già sentito sia il ministro sia il sottosegretario all’Ambiente Vannia Gava - conferma Maione -: hanno ben chiara la situazione e la nostra preoccupazione mi pare che sia stata ben compresa: resto in collegamento costante per impedire che questa misura penalizzi mezzo milione di lombardi. Lo ribadisco: la scadenza è troppo stretta, è impensabile che 500mila persone cambino auto da qui al 1° ottobre».
Queste sono dunque le settimane in cui a Roma dovrà individuare quale veicolo legislativo utilizzare per inserire l’eventuale deroga. In un primo momento, la strada in pole sembrava essere quella del decreto infrastrutture, ma una decisione non è stata ancora assunta.

Le misure alternative
Nel frattempo, a scendere in trincea è stato anche il vicepremier Matteo Salvini: «Stiamo cercando di scongiurare il blocco - ha confermato -. Da ministro dei trasporti non ritengo che la sostenibilità passi attraverso la condanna di chi usa l’automobile, la moto o il furgone per andare a lavorare: quelle sono fesserie, sono follie che avvantaggiano altri mercati. Se milioni di italiani hanno un Euro 5, e non stiamo parlando dell’Alfa Sud di trent’anni fa, e non possono permettersi l’auto nuova, elettrica o ibrida, un ultimo modello - ha aggiunto - evidentemente non lo fanno perché è vintage avere l’Euro 5, ma lo fanno perché la situazione economica è ancora complessa».
Ma quindi che si fa? La pianura padana decide deliberatamente di disertare le direttive comunitarie? «Dico che ci vuole misura - ribatte Maione -. Innanzitutto il decreto del 2023 impone la scadenza del 1° ottobre solo a quattro regioni. Poi penso che ci saranno luoghi di confronto per studiare altre strategie, a partire da nuove tecnologie e incentivi. Certo, si deve essere pragmatici: serve che lo Stato ci aiuti».
Il bando rinnovo veicoli
Nel frattempo, la Regione ha messo in moto il bando «Rinnova parco veicolare 2025», volto a incentivare la sostituzione di veicoli inquinanti con mezzi a basso impatto ambientale.
Come sta andando? «Il bando è una delle azioni concrete con cui la Lombardia promuove una transizione del parco veicolare verso modelli più sostenibili. Abbiamo richieste già per 9 milioni di euro a livello regionale, più di 800mila nella provincia di Brescia e l’andamento della misura è molto incoraggiante» spiega l’assessore regionale all’Ambiente, Giorgio Maione.

Nel dettaglio, per la Linea A (autovetture), a circa due mesi dalla pubblicazione e con una dotazione complessiva di oltre 20,7 milioni di euro, sono state presentate 2.661 domande, con quasi 7 milioni di euro di risorse già prenotate. Le vetture ibride rappresentano il 71% delle domande, seguite da quelle a benzina (12%) e elettriche (9%), mentre le gpl costituiscono l’8% delle richieste. I fondi utilizzati hanno superato il 33%.
La Linea B (motocicli/e-cargo bike), che si è conclusa il 26 maggio, ha esaurito i 2 milioni disponibili. Nello specifico, sul totale delle domande presentate (pari a 1.335 a livello regionale e a 143 per la provincia di Brescia), le richieste per le e-cargo bike hanno assorbito il 93% delle risorse, mentre il 7 % è stato utilizzato per ciclomotori e motocicli elettrici. Per quanto riguarda la Linea C, che incentiva la rottamazione di veicoli, sono state presentate 133 domande, con risorse prenotate per 66.500 euro su una dotazione di 500mila.
Le domande per autovetture e rottamazione potranno essere presentate fino al 31 ottobre.
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