Talent Garden chiude la sede di Brescia: «Stiamo lavorando a nuove idee»

Talent Garden Brescia resterà sempre il numero uno. Nel 2011, primo spazio di coworking ad aprire in Italia. A fine 2022, primo campus della fortunata serie targata «Davide Dattoli e soci» a chiudere in Europa. Infatti il 31 dicembre la sede in via Cipro 66 spegnerà le luci: via le scrivanie condivise, i pouf, i mobili di design in cartone riciclato, il biliardino. È la fine del capitolo di una storia che, all’epoca, puntava a praticare in terra bresciana un innesto di Silicon Valley. È una storia che non finisce, ma che probabilmente volta pagina. Questo è l’auspicio di molti. Questa è la promessa del gruppo.
L’esordio
Talent Garden (Tag) Brescia, dove tutto è iniziato, è stata la pietra d’angolo su cui il fondatore e presidente Davide Dattoli, bresciano, classe 1990, ha costruito un’azienda che nel 2021 ha fatturato 35 milioni di euro. Una realtà che è andata ben oltre i confini della nostra provincia, allargandosi in tutta Europa fino a inaugurare 21 sedi e dare lavoro a 300 dipendenti in 12 Paesi. Un’espansione lunga un decennio che, lo spiega il manager in una lettera di inizio anno alla community, ha supportato «migliaia di innovatori e startup». Certo è che Tag, in questa evoluzione, non è rimasta solo una rete di coworking. Altrimenti, è lecito pensarlo, Brescia non sarebbe l’unica sede prossima alla chiusura.
L’evoluzione

Dieci anni fa, creare un hub in cui condividere idee e incrociare competenze era avveniristico. Oggi il comparto si è evoluto, le aziende hanno capito che la crescita digitale non è più un’opzione, avere un centro di ricerca interno non fa quasi più notizia. Insomma, dal punto di vista economico è come se fosse passata un’era geologica. Così, mentre in via Cipro, a Brescia, tutto sembrava scorrere immutato, Tag ha cambiato faccia, intercettando un nuovo mercato.
Alla luce dell’accelerazione che la digitalizzazione ha subito - complice il Covid - il gruppo ha compiuto un ulteriore scatto e ha scelto di concentrare ancora di più gli sforzi sull’educazione digitale. Lo testimonia l’acquisizione nel 2021 della svedese Hyper Island, business school digitale nata nel 1996 che oggi ha sedi in tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Brasile a Singapore. «Con il Covid abbiamo capito che il nostro impatto può essere ancora più grande - continua Dattoli, inserito nel 2019 tra gli under 30 più influenti secondo Forbes -: la formazione è l’80% del nostro giro d’affari».
Quella di Talent Garden è una cavalcata su scala globale, che abbandona, forse solo per il momento, le sue origini. Una scelta imprenditoriale legittima e in linea evidentemente con un piano ben ponderato e ambizioso, ma che oggi riapre una ferita per la città, da sempre incapace di condividere un’idea di sviluppo e crescita in modo trasversale, coinvolgendo imprese, istituzioni, associazioni e talenti.Le ragioni
Sollecitati a spiegare le motivazioni, dai vertici di Talent Garden tengono a precisare che la chiusura a Brescia non è un abbandono della piazza. «La scelta risponde a una logica di adeguamento del progetto ai più elevati standard che l’evoluzione del modello Talent Garden ha definito. Partito proprio da Brescia, quello che nel tempo si è infatti affermato come un operatore di riferimento nell’edutech a livello europeo sente la necessità di trovare spazi più adeguati per portare anche sul territorio bresciano tutto il valore che riesce a generare anche sulle altre città, rispondendo meglio a una domanda che registra. Ed è proprio in questa direzione che sta già lavorando su nuove idee, pur essendo aperto a nuovi spunti della città stessa».
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