StudyBuddy, l’app per studenti universitari che aiuta a studiare

Francesca Zani
È stata creata a Brescia da Gabriele Salvi e Alessio Gandelli, due giovani laureati dell’Università degli Studi cittadina
Gabriele Salvi e Alessio Gandelli - © www.giornaledibrescia.it
Gabriele Salvi e Alessio Gandelli - © www.giornaledibrescia.it
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Studio e impresa: un binomio possibile con StudyBuddy, l’app che trasforma lo stress universitario legato allo studio, a startup innovativa, trasformandolo in business. A fondarla due giovani ex studenti universitari bresciani Gabriele Salvi di 27 anni e Alessio Gandelli di 25, amici dalle superiori. Salvi laureato in ingegneria meccanica e Gandelli in informatica data science, nel corso dei loro studi in particolare nel periodo del Covid, avevano capito che i risultati più o meno brillanti dello studio si intrecciavano con il loro benessere personale.

Il percorso

Il progetto nasce da un problema comune ma spesso trascurato: l’isolamento e la difficoltà di organizzazione nello studio. Un’esperienza personale testata da entrambi i fondatori ma, in particolare da Salvi, che all’inizio del 2023 racconta: «Durante il mio percorso nella facoltà di Ingegneria mi sono ritrovato senza compagni di studio. È stato uno dei momenti più difficili – ammette Gabriele, oggi Ceo - e da lì è nata l’idea: creare uno strumento per sentirsi meno soli, più organizzati e più motivati». Insieme ad Alessio, che cura lo sviluppo tecnologico, ha così creato un’app che unisce tre funzioni fondamentali: gestione del tempo concentrazione, relazione con gli altri studenti.

«Abbiamo iniziato testandola su noi stessi, poi con piccoli gruppi nelle università. Ora è disponibile per tutti», spiegano. L’app - gratuita e scaricabile sia per smartphone che per PC - permette di mantenere la concentrazione, grazie ad un timer innovativo, nonché a monitorare i progressi, ricevere consigli personalizzati e trovare altri utenti che stanno preparando lo stesso esame nello stesso ateneo.

Concentrazione

App dedicata allo studio, con finalità accademiche, e un faro di luce focalizzata in un mondo saturo di distrazioni. Dietro l’idea, una consapevolezza crescente: circa il 40% degli studenti universitari in Italia è fuoricorso, e 1 su 3 soffre di ansia o sintomi depressivi legati allo studio (Almalaurea, Istat).

«Non siamo psicologi, ma sappiamo quanto può aiutare avere una struttura, un metodo, abitudini sane, una disciplina e qualcuno che ci motivi e con cui condividere il percorso. L’università può essere un’esperienza isolante, soprattutto dopo il Covid. Vogliamo dare agli studenti strumenti concreti per affrontarla meglio, godendosi il percorso e limitando lo stress».

La partnership

Questo malessere si è trasformato in un’idea imprenditoriale che oggi conta oltre 1.600 utenti registrati e, punta a espandersi a livello nazionale. Un mercato tutto da esplorare: l’app che a breve sarà supportata anche da un’assistente basato sull’intelligenza artificiale è stata lanciata in questi giorni, ma già da metà del 2023 in una prima versione, è stata pubblicata sugli store delle varie applicazioni, ed è in atto una campagna pubblicitaria curata direttamente dai due imprenditori su tutte le piattaforme social.

I fondatori stanno già testando l’applicazione in partnership con l’Università degli Studi di Brescia, ma guardano a collaborazioni con altri atenei italiani e anche stranieri (l’applicazione è in italiano e inglese),con l'obiettivo di integrare nuove funzionalità, legate al benessere mentale, alla produttività e alla gestione dello stress.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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