Economia

Stefana, prezzo raddoppiato e fine di una vertenza lunga 2 anni

Con l'aggiudicazione del sito di via Bologna, a Nave, si chiude una vertenza di due anni: salvi i posti di tutti i 700 dipendenti
  • Stefana, aggiudicazione al settimo bando per via Bologna
    Stefana, aggiudicazione al settimo bando per via Bologna
  • Stefana, aggiudicazione al settimo bando per via Bologna
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Sembrava una cessione impossibile. Invece, gli abbracci e le lacrime tra gli operai ai piedi della torre Kennedy, a Brescia Due, dove era appena avvenuta l'aggiudicazione, sono la smentita più formidabile ed evidente. Dopo sei tentativi di vendita andati a vuoto, quando ormai ogni speranza sembrava persa, per il ramo d’azienda Stefana di via Bologna, a Nave, si apre un nuovo futuro. A scriverlo sarà la Duferco Sviluppo, società controllata dal gruppo Duferco, presieduto da Antonio Gozzi, leader di Federacciai.

Undici milioni di euro la cifra sborsata per il laminatoio, gli impianti annessi e tutta l’area circostante, dove sono stoccate anche 26mila tonnellate di materiali. Un’operazione che dovrebbe garantire un futuro anche a tutti i 139 dipendenti della Stefana.

 

 

 

Quella che è stata una mattinata ad alto tasso di adrenalina per molti, la sintetizza Francesco Bertoli, segretario bresciano della Fiom: “Quattro società hanno rilanciato di 200mila euro in 200mila euro, facendo lievitare il prezzo da 5,5 milioni a 11 milioni”. Un raddoppio che forse qualcosa racconta anche sulle potenzialità dell'impianto.

Se tutto andrà per il meglio, dunque, presto in via Bologna a Nave la produzione dovrebbe riprendere. Si avvia alla conclusione così una vertenza complicata iniziata due anni fa e conclusasi con 4 diverse aggiudicazioni. Al Gruppo Esselunga il Ramo di Ospitaletto, al Gruppo Feralpi il sito di via Brescia a Nave, e all’alfa Acciai quello di Montirone.

"Ora ci si confronterà con una nuova proprietà, però esprimiamo soddisfazione per il risultato raggiunto: tutti i 700 dipendenti del gruppo Stefana, ora hanno una prospettiva di lavoro. Per cui siamo contenti" conclude Bertoli della Fiom.

 

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