Made in Steel, le sfide dell’acciaio: «Ambiente e AI il futuro»

Il titolo è eloquente «Industria e Acciaio 2050: sguardo al futuro». Si tratta del progetto di visione strategica promosso da Siderweb che ha l’obiettivo di identificare gli scenari del mondo siderurgico da qui ai prossimi 25 anni. Una tappa di questo nuovo percorso si è tenuta ieri a Milano, nella seconda giornata di Made in Steel, della Conference & Exhibition internazionale dedicata alla filiera dell’acciaio con un convegno durante il quale sono intervenuti docenti, imprenditori ed operatori del settore.
Francesca Morandi, responsabile relazioni esterne di Siderweb, ha spiegato che «le sfide che l’acciaio è chiamato ad affrontare nel breve medio e periodo sono molte. L’innovazione è la priorità».
Gli interventi
Ma, ha ricordato il prof. Mario Mazzoleni, «queste sfide non si superano con previsioni azzardate, ma costruendo un percorso consapevole». Il futuro dell’acciaio per Mazzoleni «passerà per una trasformazione profonda, trainata da tre forze: ambiente, automazione e intelligenza artificiale».
Un’IA che non andrebbe temuta, ma integrata: «Essa non sostituisce l’uomo, piuttosto lo potenzia, diventando così “ibrida”, una combinazione tra calcolo e intuito umano. E il settore siderurgico, storicamente orientato alla produzione di massa, oggi scopre che le nicchie e la specializzazione sono una chiave di competitività».
Nella tavola rotonda, moderata da Francesca Morandi, Roberto de Miranda (membro del comitato esecutivo di Ori Martin) ha sottolineato che «le vere sfide di oggi sono esterne alla siderurgia, come quelle relative alla crisi demografica, alle regole europee, alla concorrenza globale e alla crisi geopolitica». Per queste ragioni, de Miranda ha anche indicato la «necessità di innovare a ogni livello, adottando l’intelligenza artificiale per rispondere a un mercato sempre più esigente e difendersi dall’aggressività dei produttori extraeuropei».
Le esperienze
All’incontro sono intervenuti anche Camilla Benedetti (presidente di Abs) che ha raccontato come il gruppo stia già sviluppando modelli produttivi avanzati e sostenibili; Francesco Manni (vicepresidente di Manni Group) ha sottolineato che il futuro sarà fatto di integrazione: «Innovare non significa solo migliorare prodotto e processo, ma ripensare l’intero modello d’impresa»; Luigi Cuzzolin (Ceo di Pipex) ha sottolineato la mancanza di «una visione industriale chiara da parte dell’Unione europea. La pressione energetica rende gli investimenti impossibili».
A chiudere i lavori sono stati gli interventi di Franco Bernabè e Antonio Marcegaglia.
Bernabè ha evidenziato quanto sia difficile «fare previsioni in un mondo instabile. Le scelte imprevedibili di leader globali, come Trump, mettono in discussione il ruolo che gli Stati Uniti hanno avuto dal Dopoguerra».
Per Antonio Marcegaglia, pur condividendo l’urgenza di un radicale cambio di passo, ha sottolineato l’importanza che «l’Europa ritrovi coesione e coraggio».
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