Economia

Acciaio, a Made in Steel per superare le incertezze

Anita Loriana Ronchi
La fiera organizzata da Siderweb dal 6 all’8 maggio a Milano ospiterà 385 espositori: +21% rispetto al 2023
Torna Made in Steel, edizione numero 11
AA

Il contesto è dominato da una grande incertezza, con nubi che oscurano l’orizzonte anche per il comparto dell’acciaio e la siderurgia. Ma l’11esima edizione di Made in Steel, organizzata da siderweb – La community dell’acciaio, in programma dal 6 all’8 maggio a Fieramilano Rho, non intende cedere terreno e si riconferma quale punto di riferimento internazionale e «arena» di confronto per le aziende che devono orientarsi nella complessità del momento.

Numeri confortanti

Alla biennale dedicata alla filiera dell’acciaio partecipano 385 espositori, +21% rispetto al 2023, di cui il 34,5% provenienti dall’estero; 25 sono i Paesi rappresentati e oltre 50 i buyer attesi da 35 nazioni, su una superficie espositiva di quasi 18mila mq (+18,2%).

Ricco, poi, il palinsesto di conferenze, talk ed eventi, nei quali si parlerà di innovazione tecnologica e prospettive green, del nuovo progetto siderweb «Industria & Acciaio 2050», ma anche di «acciaio al femminile» e di «steel young», i giovani dell’acciaio. Per la prima volta, verrà proposta la Steel Talking Arena, dove le aziende potranno presentare i propri progetti.

Il claim è «The Beauty of steel», ovvero la bellezza dell’acciaio che resiste e si trasforma per restare competitivo, come ha sottolineato Paolo Morandi, ceo siderweb e Made in Steel con Francesca Morandi ed Emanuele Norsa. «L’Italia e l’Europa – rileva quest’ultimo – hanno già ridotto le esportazioni verso gli Usa, che oggi rappresentano l’1,8% e l’11,1%, tuttavia il "domino effect" sui prodotti che contengono acciaio sta sconvolgendo i piani della filiera».

Nell’ultimo anno e mezzo le quotazioni del minerale di ferro sono diminuite fino a stabilizzarsi sotto i 100 dollari la tonnellata, mentre il rottame ha avuto un calo molto più accentuato delle aspettative. Il trend dei prodotti finiti, dopo i picchi del 2021, ha seguito la tendenza ribassista delle materie prime. La buona notizia è che, ciononostante, «i margini di produzione sono in ripresa».

La congiuntura

C’è bisogno di «nuove lenti» per provare a leggere la realtà. Lo sottolinea il direttore Federacciai, Flavio Bregant: «La fase di mercato è caratterizzata da una grande sovra capacità produttiva globale, che ha originato una forte tensione competitiva. Non a caso il 2024 è stato un anno record per le esportazioni cinesi, che hanno messo sotto pressione i mercati».

A fare il resto, il crescente protezionismo (non solo americano) ed «una Commissione europea – incalza il direttore Federacciai – accecata dalle ideologie e incapace di affrontare la situazione. Stiamo spingendo per avere piani concreti di tutela dell’acciaio e non scatole vuote». A lanciare l’allarme è anche il direttore generale Assofermet, Luca Carbonoli, secondo il quale «le tensioni commerciali stanno causando un generale rallentamento economico, che rischia di portare nuovamente a una nuova diminuzione dei consumi e della domanda di acciaio».

Credito

Made in Steel è momento di incontro con il settore siderurgico anche per il mondo del credito. «Non possiamo che essere vicini a un’industria strategica per l’economia come quella dell’acciaio» osserva il chief corporate&investment banking di Bper Banca, Marco Mandelli. Nel comparto, Bper alloca oltre 2,5 mld di euro di affidamenti ed è perciò cruciale «capire sempre di più le dinamiche e la ciclicità che caratterizzano la siderurgia».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@Economia & Lavoro

Storie e notizie di aziende, startup, imprese, ma anche di lavoro e opportunità di impiego a Brescia e dintorni.