Economia

«Ricostruire le filiere produttive, chiave per la transizione dell’Ue»

Per il bresciano Bologna, manager Enel a Bruxelles, con le scelte industriali «l’Europa scrive il futuro»
Il bresciano Michele Bologna, attuale Head of european affairs a Bruxelles del gruppo Enel - © www.giornaledibrescia.it
Il bresciano Michele Bologna, attuale Head of european affairs a Bruxelles del gruppo Enel - © www.giornaledibrescia.it
AA

Con la quarta uscita di GdB Europa, il progetto del Giornale di Brescia nato per creare un ponte tra Bruxelles e il tessuto produttivo nostrano, si entra nel merito di alcuni dei temi cruciali per l’Ue, anche in vista delle elezioni del 2024. Dall'energia alle novità legislative in ambito produttivo, le questioni in mano al decisore europeo sono destinate a mutare lo scenario competitivo comunitario e dei singoli Stati Membri. 

Se è vero che «l'Europa si è forgiata nelle crisi ed è la somma delle soluzioni adottate per superarle», come affermò uno dei suoi padri fondatori Jean Monnet, allora questo è il momento per l’Unione per scoprire le carte in tavola. O sceglie di proseguire lungo la strada dell’integrazione o «rischia di tornare indietro, fino al pericolo massimo della disgregazione».

A Bruxelles

Ne è convinto Michele Bologna, bresciano classe 1976 e attualmente Head of european affairs a Bruxelles del gruppo Enel. Bologna, padre bresciano e madre della Repubblica Ceca, dopo aver frequentato le superiori in città inizia un lungo percorso internazionale che lo porta da Gorizia a Dublino, dalla Slovacchia all’Etiopia («una delle esperienza più significative della mia vita»), fino all’approdo a Bruxelles con il gruppo energetico che già nel 2006 lo assume mentre riveste la carica di segretario generale della Camera di Commercio italiana in Slovacchia. Ed è proprio questo percorso internazionale, guidato dalla «passione per la ricerca dei legami e delle relazioni tra società e culture diverse, sia dal punto di vista umano che delle interazioni economiche che lo fa approdare infine nel cuore dell’Europa, in un momento più che mai cruciale per l’Ue.

Energia e futuro

«Sull’energia e sulle politiche industriali si gioca il futuro dell’Unione - aggiunge -. Sono inoltre i pilastri sui quali poggia il dibattito in vista delle elezioni del 2024». In particolare sul tema energetico Bologna sottolinea come «la pandemia abbia rallentato notevolmente la crescita economica e questo ha provocato un calo vistoso dei consumi di energia. Quando stavamo assistendo ad una ripresa è arrivata la guerra in Ucraina che ha messo in pericolo la nostra sicurezza energetica». E aggiunge: «Se l’Europa ha dato prova, pur tra mille difficoltà, di saper reagire unita alla prova della pandemia, anche attraverso il piano di recovery con la creazione di debito comune, confine invalicabile fino a pochi mesi prima, per l’energia ha impiegato lo stesso tempo solo per arrivare a una diagnosi univoca del problema».

Prezzo e rinnovabili

Vie alternative di importazione e temperature miti permetteranno di superare l’inverno senza particolari problemi «ma l’emergenza non è finita e cruciale sarà la prossima estate quando dovremo riempire nuovamente gli stoccaggi». In questo contesto assumono quanto mai centralità due questioni: una riforma strutturale del mercato elettrico «con il disaccoppiamento del prezzo dell’elettricità da quello del gas» evidenzia, e le rinnovabili.

«Sono semplici e pulite e hanno costi di produzione più bassi rispetto alle altre fonti, non a caso si investe oggi molto più in rinnovabili che in qualsiasi altra tecnologia energetica - sottolinea -. Sono partite come le cenerentole dell’energia e presto sono diventate le principesse». RePowerEU. Dopo il Green New Deal europeo, vero motore della Commissione Von der Leyen, è perciò arrivato in piena emergenza il RePowerEU, «concepito con quattro obiettivi fondamentali: il risparmio di energia, la diversificazione dell’approvvigionamento fatta in maniera coordinata, la combinazione di investimenti e riforme e la progressiva sostituzione dei combustibili fossili con le rinnovabili - spiega Bologna -. Tutto sacrosanto ma il piano ha molti aspetti aperti che non hanno ancora permesso di scaricarne a terra i benefici più importanti».

Secondo il manager bresciano punto fondamentale per la competitività del sistema economico e industriale è, oltre alla riforma del mercato elettrico, «la ricostruzione delle filiere produttive della transizione energetica, come la produzione di pannelli solari per citarne uno su cui l’Italia potrebbe tornare a fare la differenza. Il futuro del continente si gioca oggi molto sulle scelte di politica industriale che si faranno in questi mesi, anche in risposta all’efficacissimo pacchetto di aiuti alle tecnologie verdi del "Inflation Reduction Act" statunitense».

Competenze

L’Italia può e deve giocare un ruolo di primo piano in questa partita, e il Bresciano, seppure entro i suoi limiti e con le sue competenze, deve fare lo stesso. «In tutta la mia carriera mi sono sempre portato dietro quella caratteristica tutta bresciana dell’imprenditorialità come atteggiamento (Bologna ha anche fondato con dei soci la startup bresciana Ultrafab per digitalizzare i processi produttivi nel manifatturiero, ndr) - racconta -. Anche in questo sta la forza dell’Unione europea, un’unione di popoli, culture e visioni, insieme più forti della loro mera somma».

Icona Newsletter

@Economia & Lavoro

Storie e notizie di aziende, startup, imprese, ma anche di lavoro e opportunità di impiego a Brescia e dintorni.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato