Economia

Omb: intesa con Bosch sulle valvole per l'idrogeno, il fondo Dea acquisisce il 30% del capitale

L'azienda di via Rose di Sotto in espansione sviluppo sostenibile: il patron Paride Saleri punta su un modello Olivetti
Paride Saleri, presidente della Omb - © www.giornaledibrescia.it
Paride Saleri, presidente della Omb - © www.giornaledibrescia.it
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Nel libro dedicato ad Adriano Olivetti, Paolo Bricco scrive: «A volte capita che una membrana protegga. Protegga te da te stesso. Protegga il tuo mondo dal mondo. Protegga ciò che fai. Protegga quello che costruisci. Protegga quello che diventerai e quello che costruirai». Ebbene, come spiega nelle pagine a seguire il collega de Il Sole 24 ore, la «membrana» che separa la Olivetti di Adriano dal resto del mondo è formata da diversi strati: è fatta di lavoro e bellezza, di cultura e commercio, di innovazione e comunità ed è composta anche dal delicato rapporto fra l’imprenditore e i dipendenti.

Peculiarità che hanno reso l’Olivetti un’anomalia del suo tempo e che da sempre ispirano il bresciano Paride Saleri, patron della Omb di via Rose di sotto, in città. Un’azienda tecnologicamente avanzata che produce valvole per la gestione di gpl, metano e idrogeno e che negli ultimi 18 mesi si è distinta per almeno quattro operazioni seguendo appunto il modello olivettiano.

Il progetto

«Dovevo garantire una continuità a Omb - spiega Saleri -: per cogliere le opportunità del mercato, l’azienda aveva bisogno di forti investimenti, che io, ammetto, non potevo garantire. Per questo motivo abbiamo aperto la porta alla Dea Capital». La scorsa estate, questo fondo di sviluppo sostenibile ha acquisito una partecipazione in Omb pari al 30% del capitale. Un’operazione che ha generato risorse finanziarie per 10 milioni di euro e che secondo Saleri «va letta nell’ottica dell’evoluzione dei progetti industriali che hanno guidato le nostre scelte negli ultimi anni».

Dal 2014, Saleri lavora alla realizzazione di componenti per lo stoccaggio dell’idrogeno e ora le nuove tecnologie che utilizzano questi prodotti (ad esempio le automobili), offrono a Omb notevoli prospettive di crescita. «Le attese di un mercato in forte espansione - concorda l’imprenditore - ci hanno messo di fronte alla necessità di realizzare importanti investimenti, necessari per soddisfare la domanda dei nostri prodotti. Dobbiamo darci una nuova e più grande dimensione. Fino al 2021 - aggiunge - il nostro progetto di crescita è sempre stato robusto e concreto, ma caratterizzato da una criticità legata alla disponibilità finanziaria: adeguata per una crescita graduale, ma non per finanziare uno sviluppo intenso e in tempo breve come ci veniva prospettato dal mercato. Da qui la decisione di concludere l’operazione con il fondo Dea Capital, mediante la quale è stata sistemata la componente finanziaria del nostro piano di sviluppo».

L'interno di uno dei magazzini di Omb - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
L'interno di uno dei magazzini di Omb - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it

La seconda operazione che ha segnato il 2021 della Omb Saleri riguarda l’accordo siglato a fine novembre con la multinazionale Bosch. «Molte aziende hanno avviato la realizzazione di prodotti destinati all’idrogeno, mentre i nostri sono già omologati ed è una caratteristica che fa la differenza - racconta il bresciano -. I tedeschi di Bosch dopotutto si sono avvicinati a noi perché quando il mercato dell’auto ad idrogeno partirà noi siamo già pronti a fornire il nostro contributo».

Paride Saleri evidenzia peraltro una virtuosa attinenza fra l’entrata del fondo Dea Capital in Omb e l’accordo con il colosso teutonico. «Lei conosce il personaggio dei fumetti Eta Beta? Come lui la Omb ha una testa enorme (piena di innovazione e brevetti) e un fisico sproporzionatamente esile. Se l’entrata del fondo ci rafforza finanziariamente, l’intesa con Bosch ci consentirà di rispondere a una potenziale domanda di mercato con dimensioni abonormi. Per capirci meglio: quando milioni di camion e auto andranno a idrogeno, oggi la Omb cosa potrebbe fare? Non abbiamo ad esempio la forza finanziaria per avviare produzioni all’estero al fianco delle grandi case automobilistiche».

L’accordo con Bosch, invece, risponde a questa esigenza. «I tedeschi realizzeranno una parte del nostro know how - chiarisce Saleri - e quando il mercato dell’idrogeno si svilupperà, produrranno sei-sette articoli del nostro catalogo a idrogeno, riconoscendoci le royalties. Noi, nel frattempo, continueremo a sviluppare innovazione per l’idrogeno in altre nicchie di mercato, come in quella dell’areospaziale, con cui già contiamo contratti siglati da Esa e Airbus».

Le persone

Uno dei prodotti di Omb Saleri - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
Uno dei prodotti di Omb Saleri - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it

Le operazioni con Dea Capital e Bosch hanno poi in comune un aspetto umanistico molto apprezzato dal presidente del gruppo bresciano. «Il nostro primo obiettivo - rimarca in più occasioni Saleri - non è il profitto, ma il rispetto delle persone. Una forma mentis accettata dal fondo, da cui io e i miei manager stiamo imparando molto in termini di attenzione ai numeri e all’efficienza. Anche lavorare con gli uomini è molto stimolante perché anche loro hanno riconosciuto e condiviso la mia visione umanistica del fare impresa».

Un ideale che, nel 2022, Paride Saleri ha formalizzato con altre due operazioni. La prima riguarda la trasformazione di Omb in «società benefit»: passaggio che rappresenta un’evoluzione del concetto stesso di azienda. Mentre le società tradizionali hanno l’unico scopo di distribuire dividendi agli azionisti, le società benefit sono espressione di un paradigma più evoluto: integrano nel proprio oggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto, lo scopo di avere un impatto positivo sulla società. Una società benefit è uno strumento legale che crea una solida base per l’allineamento della missione nel lungo termine e la creazione di valore condiviso. Consente quindi proteggere la missione in caso di aumenti di capitale e cambi di leadership, creare una maggiore flessibilità nel valutare i potenziali di vendita e mantenere la missione anche in caso di passaggi generazionali o quotazione in borsa.

«Noi imprenditori siamo parte della comunità in cui operiamo, componenti di un mosaico fatto da tante tessere, dalla parrocchia alle associazioni. Dobbiamo smetterla con l’idea della beneficenza, dell’industria come bancomat. Invece, dobbiamo confrontarci col territorio per migliorarlo dal punto di vista sociale». Parole con cui Saleri, ha promosso lo scorso maggio il Patto di comunità per il quartiere Primo Maggio, in cui opera quotidianamente la sua azienda. Un ulteriore strato della «membrana» che differenzia la Omb nel panorama dell’industria bresciana.

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