Economia

Nel 2042 a Brescia ogni 100 lavoratori potenziali ci saranno 76 persone «a carico»

Le proiezioni allarmanti dell’Inps: la popolazione in età lavorativa si mostra in forte flessione
Due persone al lavoro - © www.giornaledibrescia.it
Due persone al lavoro - © www.giornaledibrescia.it
AA

Davvero inquietante l’impatto sul mercato del lavoro delle previsioni demografiche, dal 2022 al 2042, diffuse dall’Istituto Nazionale di Statistica.

Le previsioni demografiche hanno lo scopo di tracciare il probabile futuro di una popolazione in termini di dimensione totale e di componenti strutturali e trovano impiego tra i policy-maker sia come strumento di conoscenza per valutare le tendenze dell’invecchiamento della popolazione, sia come fonte per sviluppare ulteriori modelli previsivi.

Gli usi possibili delle previsioni sono infatti molteplici e variano dal campo della programmazione sanitaria a quella previdenziale, dallo studio del fabbisogno urbanistico a quello energetico-ambientale, dall’organizzazione delle strutture scolastiche alla rete dei trasporti e, last but not least, alle dinamiche del mercato del lavoro.

Le previsioni

L’Istat ha recentemente rilasciato un aggiornamento con le previsioni 1° gennaio 2022-2042 e considerando lo scenario mediano si osserva come, nella proiezione ventennale, la popolazione della Provincia dovrebbe aumentare di oltre 32 mila residenti, pari al +2,5%, a fronte di una dinamica decisamente negativa per l’Italia che, in vent’anni, perderebbe 3 milioni di abitanti, pari al -5%. Bene. La provincia di Brescia reagisce meglio del Paese.

Ma, entrando nei dati che considerano la composizione della popolazione per classi di età, si evidenzia una consistente riduzione della popolazione in età lavorativa, ovvero coloro che hanno dai 15 ai 64 anni, che diminuirebbe di quasi 75 mila unità, pari al -9,3%, scendendo dalle 804.941 persone del gennaio 2022 alle 730.328 stimate al 1° gennaio 2042.

Un bel problema per il mercato del lavoro bresciano. Ma c’è di più. Nello stesso arco temporale la popolazione non in età lavorativa, ovvero coloro che hanno meno di 15 anni e più di 65 anni, aumenterebbe di oltre 107 mila persone, pari al +24%. In altri termini in provincia di Brescia le 448 mila persone non in età lavorativa all’inizio del 2022 diventerebbero 555 mila, dei quali oltre 151 mila under 15 e oltre 404mila over 65. Quasi tre anziani per ogni ragazzo.

Il nodo Inps

Un incubo per il sistema previdenziale se consideriamo che già oggi l’Inps paga, ogni mese 359.399 prestazioni previdenziali e assistenziali, delle quali quasi 221 mila pensioni di vecchiaia e 74 mila reversibilità. C’è davvero di che preoccuparsi se poi consideriamo, nella sua dinamica recente, il più importante indicatore demografico per l’economia, l’indice di dipendenza strutturale. L’indice di dipendenza strutturale rappresenta il carico sociale ed economico della popolazione non attiva (0-14 anni e 65 anni ed oltre) su quella attiva (15-64 anni).

Un indice che, ovviamente, si è impennato di pari passo all’invecchiamento della popolazione. Nel 2003, solo vent’anni fa, era pari a 45,8, il che significa che c’erano 45,8 individui «a carico», ovvero non in età lavorativa, per ogni 100 in età lavorativa.

Nel 2013 questo indice strutturale sale a 53,4 e arriva a quota 55,6 all’inizio del 2023. Che significa che oggi ci sono 55,6 persone «a carico», ovvero inattive, per ogni 100 in età lavorativa. Nel 2042, secondo le previsioni demografiche dell’Istat, l’indice di dipendenza strutturale sale a 76: vale a dire 76 persone «a carico» per ogni 100 in età lavorativa. Ma, come è facile intuire le «persone in età lavorativa» non sono tutte occupate. Oggi, in provincia di Brescia, il tasso di occupazione, per le persone con da 15 a 64 anni è nell’ordine del 66% il «carico» di popolazione, under 15 e over 65, calcolato sugli occupati risulta di gran lunga più elevato.

Nel 2022, l’Istat registra in provincia di Brescia 542.000 occupati a fronte di una popolazione non in età lavorativa, di 448 persone, delle quali 282 mila over 65 e 166 mila under 15. In altri termini 448 mila persone non attive «a carico» dei 542 mila occupati.

Seguendo lo scenario di previsione tracciato dall’Istat, nel 2042, le persone «non» in età lavorativa diventerebbero 555mila, ovvero 107mila in più (+24%, per effetto dell’aumento degli over 65) mentre le persone in età lavorativa si ridurrebbero di quasi 75 mila (-9,3%). Ora noi non sappiamo quanti saranno gli occupati in provincia di Brescia nel 2042 ma, per mantenere il rapporto attuale, quasi 83 persone inattive per ogni 100 occupati, l’occupazione complessiva dovrebbe crescere in modo esponenziale. Facendo una semplice proporzione dovremmo avere 671 mila occupati nella nostra Provincia. Cosa che, con tutto l’ottimismo del mondo non appare verosimile.

Fatti due conti, a parità di tasso di occupazione, nel 2042 potremmo avere 115 persone «a carico» per ogni 100 occupati. Scenario davvero impressionate. Tutto ciò alla luce delle previsioni demografiche dell’Istat, che tracciano questo quadro alla luce dell’inverno demografico, dell’allungamento della speranza di vita e del rallentamento dei flussi migratori.

Per cercare di riequilibrare il sistema è auspicabile che si creino condizioni di contesto capaci di aumentare la natalità, peraltro ancora in ulteriore riduzione nel 2023. Ma, certamente prima che la - ipotetica - ripresa della natalità possa dare effetti sul mercato del lavoro dovremo attendere che i neonati diventino occupabili. A meno di una nuova pandemia la tendenza all’innalzamento della speranza di vita appare un dato incontrovertibile, ed è peraltro difficile pensare di andare oltre i limiti per la pensionabilità fissati dalla Legge Fornero. Magari, con un approccio pragmatico, per dare ossigeno al mercato del lavoro bresciano, potrà essere necessario ripensare le politiche migratorie. 

Icona Newsletter

@Economia & Lavoro

Storie e notizie di aziende, startup, imprese, ma anche di lavoro e opportunità di impiego a Brescia e dintorni.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato