Economia

Migliora il reddito delle famiglie bresciane e già nel 2021 supera i livelli pre-pandemia

La nostra provincia perde però una posizione nella classifica ordinata secondo il valore aggiunto
Anche il carrello della spesa ha subito un aumento nell'indice Istat dei prezzi al consumo
Anche il carrello della spesa ha subito un aumento nell'indice Istat dei prezzi al consumo
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Brescia nel 2021 (anno che ha presentato una prima solida ripresa economica dopo i terribili dodici mesi di pandemia del 2020) perde una posizione nella classifica delle province italiane in base al valore aggiunto a prezzi correnti (dato che indica il saldo tra la produzione ed i consumi intermedi, in cui la produzione è valutata a prezzi base, cioè al netto delle imposte sui prodotti e al lordo dei contributi ai prodotti). La nostra provincia passa dal 13esimo al 14esimo posto con 31.315,08 euro pro capite, dopo che il 2019 era stato l’anno di conseguimento del massimo storico del valore aggiunto insieme ad un’altra cinquantina di aree italiane.

Migliora invece in valori assoluti il reddito delle famiglie bresciane che passa dal 23mila 700 euro del 2019 a 24mila euro del 2021; migliora anche il reddito pro capite da 18.918 del 2020 a 19.494 del 2021. A queste conclusioni giunge uno studio sulla geografia produttiva dell'Italia nel biennio del Covid, elaborato dal Centro studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne.

Nel dettaglio

Nella graduatoria della Lombardia, prima della nostra provincia c'è solamente Milano con 49.331,56 euro, stabile al primo posto, ma ormai vicina a superare il tetto dei 50.000 euro. Bergamo (31.220.56 euro) è quindicesima, Cremona (29.262,18 euro) 24esima, Lecco è 27esima con 28.781.22 euro, Mantova (28.720,22 euro) è ventinovesima, Monza trentaseiesima, Sondrio 37esima con 27.734,66 e Varese 39esima con 27.383,78. A seguire Como, Lodi e Pavia. Ultima nella graduatoria nazionale delle 107 province Agrigento con 14.503,99 euro.

La corsa al recupero nel differenziale negativo nazionale tra valore aggiunto 2019 e quello del 2021 tuttavia non è ancora conclusa: occorreranno i dati 2022 per sapere se l’1,2% di scarto negativo tra 2019 e 2021 è stato assorbito, oppure se occorrerà altro tempo, anche perché (e Brescia è tra queste) sono solamente 22 i territori (province/città) metropolitani (di cui 13 nel Mezzogiorno) che hanno chiuso l’anno con livelli di valore aggiunto superiori a quelli del 2019.

La panoramica

L’Istituto Tagliacarne prende in esame per macro aree anche i settori: nel 2021 l’industria segna un +10,2%. Con Brescia che ha fatto potentemente la sua parte. Rispetto al 2020, le costruzioni registrano a livello nazionale un +13%, mentre per i servizi in 98 province su 107 del Paese si è sotto i livelli precedenti.

Quanto al reddito disponibile delle famiglie consumatrici - rileva ancora l’Istituto Tagliacarne - nel 2021 (24.465,7 euro) ha recuperato sul 2020 (23.753,9 euro) il 2,99%, mentre il reddito pro capite che nel 2020 era stato di 18.918,76 euro nel 2021 è passato a 1.494,31 con una crescita del 3% contro una media nazionale di 19.761 euro, contro quella del nord ovest del paese che è stata di 23.541 euro e quella del nord est di 22.186 euro.

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