Manovra, nuovo emendamento: salta la pensione di vecchiaia anticipata

Salta la possibilità di andare in pensione di vecchiaia anticipatamente cumulando gli importi di forme pensionistiche di previdenza complementare. Lo prevede il nuovo emendamento del governo alla manovra che sopprime una norma introdotta dalla legge di Bilancio dello scorso anno, ottenendo così risparmi annuali fino a 130,8 milioni nel 2035 sulla spesa pensionistica nei prossimi anni.
L'emendamento cancella la possibilità, in vigore dal 2025, di computare, su richiesta, anche il valore di una o più rendite di forme pensionistiche di previdenza complementare ai soli fini del raggiungimento degli importi mensili richiesti per accedere alla pensione di vecchiaia con almeno 20 anni di contributi e se si è pienamente nel regime contributivo.
Imprese
L'emendamento conferma poi lo stanziamento di 1,3 miliardi per incrementare le risorse destinate al credito d'imposta Transizione 4.0, i cui fondi sono andati esauriti. Confermate anche le risorse aggiuntive, fino a 532,64 milioni di euro, per le aziende che hanno fatto domanda per il credito d'imposta per la Zes unica. Vengono inoltre incrementate le aliquote relative alla Zes unica per l'agricoltura, la pesca e l'acquacoltura.
Per quanto riguarda il contributo a carico delle assicurazioni, si stabilisce che entro il 16 novembre di ogni anno, gli assicuratori versino a titolo di acconto una somma pari all'85% del contributo dovuto per l'anno precedente. L'emendamento incrementa inoltre dal 2026, di un ulteriore 0,1% annuo, il tetto per la spesa farmaceutica per acquisti diretti. «Alla copertura, pari a 140 milioni di euro annui - si legge nella relazione tecnica - si provvede attraverso la riduzione del Fondo per i farmaci innovativi che pertanto dal 2026, «è rideterminato da 1.300 milioni di euro annui a 1.160 milioni di euro annui».
Piano Casa
Calano invecerispetto a quanto inizialmente previsto le risorse destinate al Piano Casa. Il testo stanzia 100 milioni per il 2026 e altri 100 per il 2027, a fronte dei 300 complessivi nel biennio assegnati dal precedente emendamento poi ritirato. All'esame della commissione Bilancio del Senato c'è anche una riformulazione di emendamenti parlamentari che prevede altri 10 milioni per il 2026, cui si aggiungono i 100 milioni per il disagio abitativo previsti nel 2027-28. L'intervento del governo conferma inoltre 300 milioni nel biennio per rifinanziare il Fondo Occupazione, mentre lima il rifinanziamento destinato al Fondo per la prosecuzione delle opere pubbliche, che passano a 1,1 miliardi complessivi nel 2026-27 (dagli iniziali 1,2 miliardi), con una riduzione delle risorse sul 2026 (da 800 milioni a 600) e un aumento di quelle sul 2027 (da 400 a 500 milioni).
Inps
Torna infine nel nuovo emendamento la misura per l'ampliamento dei soggetti tenuti al versamento del Tfr al Fondo Inps per l'erogazione del contributo. Si prevede, infatti, secondo quanto si legge anche nella relazione tecnica, che dal primo gennaio 2026 vi rientrino «anche i datori di lavoro che, negli anni successivi a quello di avvio dell'attività, hanno raggiunto o raggiungano la soglia dimensionale dei 50 dipendenti». In via transitoria è, però, previsto per il biennio 2026-2027 che tale inclusione sia limitata ai datori di lavoro con un numero di dipendenti non inferiore a 60. Dal 2032 è invece prevista l'estensione dell'obbligo del versamento per le aziende con un numero di dipendenti non inferiore a 40.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@Economia & Lavoro
Storie e notizie di aziende, startup, imprese, ma anche di lavoro e opportunità di impiego a Brescia e dintorni.
